Il mio omonimo suscita perplessità anche in altri, come
dimostra un bel pezzo di Maurizio Crippa, scritto con affilata ironia, sul
Foglio di oggi (http://www.ilfoglio.it/soloqui/11828).
Sempre oggi, sulla Stampa, Massimo Gramellini dedica il suo
Buongiorno al signore in questione e anche lui lo fa con l’adeguato sarcasmo (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41).
Buona stampa.
Cambiando argomento, vado a ripescare un editoriale di due
giorni fa del Direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. Avevo pensato di
ignorarlo, ma non mi piace proprio e quindi lo segnalo (http://www.ilgiornale.it/interni/se_magistrati_fanno_piu_guai_p2_p3_e_p4/04-01-2012/articolo-id=565181-page=0-comments=1).
Non che io abbia particolare stima per la magistratura italiana. E neppure ho dubbi
sulla necessità di modificare radicalmente il nostro sistema giudiziario, ma
temo che l’atteggiamento di Sallusti non ci porti da nessuna parte. Non vedo
come ci possano aiutare le riflessioni di un signore per il quale il
patteggiamento di Bisignani significa che i magistrati hanno fatto fiasco…
Dovrebbe trovare qualcuno che gli spieghi cosa sia il patteggiamento.
Mala stampa.
Ancora dalla Stampa scelgo un articolo (http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/437009/)
che parla del tracollo di quella che, per decenni, è stata l’azienda simbolo
della fotografia e un colosso industriale mondiale: Kodak. Il passaggio dall’analogico
al digitale, evidentemente, l’ha colta impreparata, nonostante le considerevoli risorse
destinate alla ricerca. Per me, la possibile scomparsa del marchio, scelto da
George Eastman perché poteva essere pronunciato nello stesso modo in tutte le lingue, è un
evento più significativo che per la maggior parte delle persone, tuttavia l’evoluzione
dei mercati comporta questo tipo di effetti. Nel momento di massimo splendore,
se ricordo bene, in Italia si vendevano circa 80 milioni di pellicole in un
anno. Oggi, a quanto mi viene detto da esperti del settore, siamo scesi sotto i
dieci milioni. Telefonini e macchine digitali hanno condotto il marchio giallo al
tracollo, ma avevano già fatto altre vittime: Polaroid e Agfa, per citarne
soltanto due. Addio.
Buona stampa.
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