Oggi il Corriere della Sera ci informa che il gestore del ristorante del Senato, a fronte del pesante calo dell’attività, ha chiesto la risoluzione anticipata del contratto (http://www.corriere.it/politica/11_dicembre_02/senato_fuga_ristorante_guerzoni_fa4a2692-1cad-11e1-9ee3-e669839fd24d.shtml).
Buona stampa.
Non ho tempo di fare adesso la ricerca degli articoli dedicati all’argomento da varie testate, ma mi piacerebbe andare a trovare quelli in cui, neanche troppi mesi fa, ci veniva spiegato che il ristorante (e i suoi prezzi speciali, consentiti dal fatto che pagavamo noi) serviva a mantenere alta la qualità del lavoro dei parlamentari, che non erano costretti ad allontanarsi da Palazzo Madama e che, quindi, potevano essere più presenti e più attivi e blah, blah, blah...
Devo dire che, scoprendo questa mattina che senatori e deputati sono costretti a recarsi a mangiare fuori dal Palazzo, mi sono sinceramente preoccupato perché non vorrei che ci fosse un calo di partecipazione, efficienza e produttività, notoriamente caratteristiche formidabili dei nostri parlamentari.
Questo taglio dei costi della politica ho idea che sia una cattiva idea. O no?
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