Vi ho già parlato tempo fa di Jena (Riccardo Barenghi), che
scrive su La Stampa battute lapidarie e assai incisive. Mi sembra che meritino
di essere lette sia quella di ieri sia quella di oggi, poiché sintetizzano bene un quadro politico niente affatto chiaro.
Oggi si occupa di Alfano (http://www.lastampa.it/2013/05/12/cultura/opinioni/jena/alfano-DFm944nULQUWQtSgTVYXFO/pagina.html),
ieri si era occupato del Pd (http://www.lastampa.it/2013/05/11/cultura/opinioni/jena/pd-xDgp9cfPlpnNhbZSytNxzN/pagina.html).
Buona stampa.
La battuta su Alfano, ovviamente, si riferisce al fatto che
il Ministro degli Interni e Vicepresidente del Consiglio ha ritenuto di
partecipare a una manifestazione di partito, svoltasi a Brescia, in gran parte
motivata dai problemi giudiziari del tizio decrepito. Probabilmente Alfano,
visto il ruolo istituzionale, avrebbe potuto evitare di presenziare, ma, ormai,
non c’è da stupirsi di nulla in quest’atmosfera di competizione perenne e senza
tregua, oltre che sostanzialmente assurda.
E, infatti, da noi assai più che altrove, i politici (come
osservava Magris nell’articolo citato qualche giorno fa) si preoccupano più di
strillare che di fare. L’obiettivo è strappare qualche minuto di attenzione in
un telegiornale o qualche riga in un quotidiano. E pur di ottenere il risultato
non hanno ritegno a forzare la realtà o a riscrivere la storia. Più corretto dire che non hanno nessuna
vergogna. Lo possono fare perché hanno la sicurezza di non pagare alcun prezzo
per questo, grazie a una stampa in larga parte asservita o, comunque, poco
interessata a mettere in risalto le contraddizioni e le menzogne.
Chi, per esempio, avrà ascoltato queste parole di Gaia
Tortora, pacate e sensate, oltre che del tutto giustificate? E quanti avranno
capito che il tizio decrepito ha, una volta di più, fatto uso strumentale di
vicende che poco o nulla hanno a che fare con le sue (http://video.repubblica.it/politica/gaia-tortora-mio-padre-era-un-altra-storia/128104/126605?ref=HRER3-1)?
Buona stampa.
E quanti, indipendentemente dalla qualità del programma, si
domanderanno se è davvero così corretto che la principale rete televisiva di
proprietà di una società quotata in borsa (anche se controllata dalla famiglia
del tizio decrepito) decida di mandare in onda in prima serata una trasmissione
interamente dedicata a una delle più scottanti indagini riguardanti proprio il
tizio decrepito (http://www.corriere.it/cronache/13_maggio_12/processo-ruby-speciale-canale5_7d5373aa-babd-11e2-a655-79b4b9553427.shtml)?
Temo pochi, pochissimi. E questa, sebbene a qualcuno potrà sembrare tale, non è una considerazione di parte. E’ solo una manifestazione di profondo sconforto di fronte
alla perdita di senso critico da parte di tanti italiani. Perdita di senso critico che, tra l'altro, ha
consentito allo psiconano+barba-Mediaset di ottenere un successo elettorale del
tutto privo di valore, visto che, finora, non ha saputo metterlo a frutto in
alcun modo. Non certamente a frutto per il paese, ma solo per i suoi disegni (anzi,
per quelli del suo puparo).
Chiudiamo con un po’ di musica. Premetto che la
scelta odierna non è tanto determinata da una qualità particolarmente elevata, quanto
dal desiderio di citare un piccolo e divertente momento all’interno di un film
di Howard Hawks, Ball of Fire (Colpo
di fulmine), nel quale Barbara Stanwick interpreta una cantante e Gary Cooper un
professore. La Stanwick è accompagnata dall’orchestra di Gene Krupa, un
batterista jazz allora assai popolare, anche se, come si direbbe oggi, un po’
“commerciale” (http://en.wikipedia.org/wiki/Gene_Krupa).
La curiosità sta nel fatto che, al termine di una canzone, la
Stanwick invita Gene Krupa a un’esibizione fuori dal comune. Il titolo inglese spiega di cosa si tratta, ma dovete guardare il
video sino alla fine per godervi questo gioiello.
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