Recuperiamo un paio di Buongiorno di Massimo Gramellini.
Il primo è quello di ieri, argomento Twitter e, in
particolare, la rinuncia del direttore del TG de La7, Enrico Mentana, a
servirsene ancora (http://www.lastampa.it/2013/05/09/cultura/opinioni/buongiorno/mentana-e-il-millepiedi-Y8PXSAUBWgPSqe5ifpU9eJ/pagina.html).
Buona stampa. Mi considero un precursore d’internet, dal
momento che ho iniziato a collegarmi nel maggio 1995 (quando si usavano modem che
consentivano velocità calcolate in pochissime migliaia di byte e la connessione cadeva
ogni dieci minuti, i browser si chiamavano Mosaic
e Netscape, per scaricare documenti
si doveva ricorrere a FTP, ecc. ecc.). Non credo, quindi, si possa accusarmi di
essere prevenuto nei confronti di quanto la rete ha consentito e consente di
ottenere, anzi. In realtà, il problema, come accade spesso, non è nel mezzo, ma
nell’utilizzatore: anche nel caso di Twitter
(che io conosco poco e del quale non mi servo in alcun modo) e la decisione di
Mentana e le parole di Gramellini lo confermano. Lo strumento è bene che
esista, l’importante è che chi se ne serve lo faccia con intelligenza e con
educazione.
La bicicletta, per dire, è un buon mezzo di trasporto in
ambito cittadino; è uno strumento prezioso e praticamente innocuo, salvo quando
se ne serve un decerebrato maleducato che pensa di poter percorrere portici e
marciapiedi a tutta velocità, servendosi dei pedoni come di paletti per lo
slalom. E, purtroppo, i decerebrati maleducati sono molto numerosi…
Forse Mentana, oltre a chiudere il proprio account di Twitter, avrebbe fatto bene a servirsi
della propria posizione influente per ideare una rubrica o un programma in
grado di invertire la tendenza che vede maleducazione e stupidità dilagare nel
nostro paese. Non che sia facile, visto quanti si lasciano influenzare da certe
notizie e non trovano di meglio da fare che replicare comportamenti stupidi o addirittura criminali. E, tuttavia, voglio continuare a sperare che, se opportunamente
stigmatizzate, certe condotte potrebbero essere sradicate. O forse mi sbaglio…
E veniamo a un altro Buongiorno. Quello dedicato alla
decisione di Umberto Ambrosoli di non partecipare alla commemorazione di
Andreotti da parte del Consiglio Regionale della Lombardia (http://www.lastampa.it/2013/05/08/cultura/opinioni/buongiorno/se-l-e-andata-a-cercare-kwm1qGHDGfjd2Y6civvOuO/pagina.html).
Buona stampa. Sa il cielo quanto sarebbero utili all’Italia
tanti altri uomini e donne come Giorgio Ambrosoli e come suo figlio. E sa il
cielo, con buona pace dei vescovi italiani, quanto poco Andreotti sia stato
utile all’Italia.
Musica, indispensabile. Torniamo a Woodstock per
l’esibizione dei Jefferson Airplane,
gruppo californiano che è stato senz’altro uno dei più importanti nel rock
americano tra Sessanta e Settanta. Anche la vita di questa band è stata segnata dall’abuso di droghe e di alcool, dalle
difficoltà di convivenza tra componenti dalla forte personalità e da altro. Somebody to Love è il pezzo che vi
faccio ascoltare: una scelta che non ha richiesto troppi sforzi, perché è stato
uno dei loro brani più famosi.
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