Ieri, sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, il
mastino bonario, riprendeva un tema già affrontato in passato: la spoliazione
della Biblioteca dei Gerolamini, una delle più importanti del nostro paese,
nella quale erano custoditi testi antichi di eccezionale importanza.
E’ una storia in cui fanno capolino (in realtà ben più che capolino!) alcuni personaggi della
politica e Stella la racconta da par suo. Ieri l’articolo non era disponibile,
oggi per fortuna è stato messo on line, quindi lo posso segnalare: http://archiviostorico.corriere.it/2013/gennaio/30/Biblioteca_Depredata_Amicizie_Dell_Utri_co_0_20130130_75c2c392-6ad7-11e2-ae1d-4750cf30488c.shtml.
Buona stampa. Cosa posso dire su questa vicenda? Posso dire
che, se si è chiamati a guidare un ministero, se, quindi, ci si trova a
rivestire una carica pubblica di grande rilievo (soprattutto nel caso dei Beni
Culturali), sarebbe opportuno dimenticare i debiti di riconoscenza maturati in
precedenza perché il bene collettivo prevale su tutto. Mi sembra che anche in
questo caso si possa ricordare l’articolo 54 della Costituzione, quello in cui
si indica come devono comportarsi coloro ai quali sono affidate funzioni
pubbliche. Bravi! Ricordate bene. Proprio quello che parla di disciplina e
onore.
E torniamo al caso Ingroia, perché se ne occupa anche
Stefano Folli sul Sole 24 Ore di oggi e lo fa in maniera direi accurata e
puntuale, mettendo in evidenza le tante contraddizioni del magistrato
palermitano e del movimento che ha fondato.
Ecco il pezzo di Folli: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-31/lista-ingroia-rivoluzione-civile-091118.shtml?uuid=AbzkQrPH&fromSearch.
Buona stampa. E’ davvero indispensabile mettere fuori uso un
po’ delle porte girevoli che consentono passaggi a dir
poco azzardati e opportunistici da un ruolo nella Pubblica Amministrazione a
uno politico. Specie per chi, come alcuni magistrati, ha sfruttato la propria
posizione per conquistare popolarità, con evidente intento di servirsene per un
successo elettorale.
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