Come forse saprete, il Governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, è indagato in relazione al commissariaménto della Banca Popolare di Spoleto. Su Il Sole 24 Ore di ieri c’erano alcuni articoli che schieravano il quotidiano a fianco di Visco, difendendone senza incertezze l’operato.
Quello che succede in Italia e nel mondo, come ne parla la stampa e quel che ne penso io. Con attenzione per politica, economia e finanza.
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giovedì 22 ottobre 2015
sabato 15 dicembre 2012
Fantasia al potere, almeno nei rimborsi spese
Se non fosse che gravano sulle tasche dei cittadini italiani
quasi quanto l’IMU, i politici italiani riuscirebbero anche a divertire. Sapete
tutti di cosa parlo, perciò evito di farvi ingrossare il fegato e vi indico
soltanto qualche link, giusto per quegli inguaribili distratti che non sanno
nulla dello scandalo dei rimborsi spese alla regione Lombardia (vi ricordate,
quella che, a detta del suo Presidente, quello color topo, è la regione meglio
amministrata d’Italia).
Cominciamo da La Stampa (http://www.lastampa.it/2012/12/15/italia/cronache/creme-pallottole-e-videogame-le-spese-pazze-di-nicole-c-HOqFavEXPwkjkEyuP2FSUL/pagina.html)
e continuiamo con Libero, che sembra concentrarsi sul caso della Minetti,
dimenticando che parliamo di 40 (QUARANTA) consiglieri lombardi oggetto di
indagine (http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1144055/E-i-rimborsi-folli--si-fa-ridare-16-euro-per-il-libro-Mignottocrazia.html).
Anche Il Giornale ne parla, ma in maniera un po' obliqua, e anche un po' strumentale, e guardandosi bene dal fare nomi:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/linchiesta-incombe-sulle-elezioni-chi-rischia-pi-ora-865570.html
http://www.ilgiornale.it/news/interni/linchiesta-incombe-sulle-elezioni-chi-rischia-pi-ora-865570.html
Direte che sono maligno, ma a me puzza un po’ questa
impostazione del quotidiano diretto da Sallusti... Non sarà che non fa i nomi per non citare una delle predilette del tizio decrepito?
Il problema, in realtà, è che la corruzione o, più
semplicemente, la disonestà trovano spazio in ogni ambiente, non
necessariamente soltanto nel pubblico.
Un caso che mi pare emblematico e che mi sembra strappare un
sorriso a denti stretti è quello di un funzionario del Genio Civile che operava
a Este, in provincia di Padova. La cronaca la trovate qui: http://corrieredelveneto.corriere.it/padova/notizie/cronaca/2012/14-dicembre-2012/mazzetta-velocizzare-pagamento-arrestato-tecnico-genio-civile--2113155057735.shtml.
Il Genio Civile è un organismo pubblico, ma posso raccontare
una vicenda di circa vent’anni fa che ho, per così dire, visto con i miei
occhi.
Allora, tra la fine degli 80 e l’inizio dei 90, collaboravo
come formatore e consulente con due società, una attiva in ambito locale e una
attiva su scala nazionale, riferibili a un’associazione di categoria.
Nel corso del mio rapporto di collaborazione ho partecipato, a Bruxelles, ad alcune riunioni volte a elaborare un progetto di formazione transnazionale.
Al mio rientro, ho compilato le mie note spese con scrupolo,
allegando tutti i documenti e anche la contabile della banca con il tasso di
cambio applicato per l’acquisto dei franchi belgi, in base al quale ho
determinato gli importi in lire delle somme che dovevano essermi rimborsate.
Quando presentai la seconda nota spese, la persona cui la
consegnai si stupì perché il tasso di cambio da me indicato era diverso da
quello che aveva indicato l’amministratore delegato della società (che aveva
partecipato lui pure a quella sessione di lavoro). Io avevo indicato quello tra
franco belga e lira (a memoria attorno a 80), l’amministratore delegato quello
tra franco francese e lira (a memoria attorno a 140).
Non aggiungo altro, salvo il collegamento al Buongiorno di
oggi. Chi meglio di Gramelllini per argomenti come questi? Leggetelo e
divertitevi, questo nessuno può impedircelo: http://www.lastampa.it/2012/12/15/cultura/opinioni/buongiorno/le-note-spese-e-il-paradosso-del-cavaliere-5FDI7QNUqXa6ghaQjOQVkN/pagina.html.
Buona stampa.
Passiamo alla musica, con l’avvertenza che vi propongo
ascolti piuttosto lunghi e anche un po’ impegnativi, ma apprezzare la grande
musica non può sempre essere facile. Di McCoy Tyner vi ho già parlato, sapete già che ha militato a lungo nelle formazioni guidate da John Coltrane, alle quali ha dato un contributo di rilievo anche grazie
alle sonorità particolari del suo pianismo percussivo. Dopo la morte di
Coltrane, Tyner ha sviluppato la propria carriera come leader e come solista.
E’ un musicista che forse non gode della fama che merita e che a me piace molto,
per questo ve lo faccio ascoltare ancora una volta e vi propongo più ascolti da vari momenti della sua carriera, perché
anche i miei tre lettori lo possano conoscere.
Partiamo con un brano eseguito con il quartetto di Coltrane,
uno standard tratto dal musical e dal film The
Sound of Music (Tutti insieme appassionatamente): My Favorite Things, dall’album che porta lo stesso titolo. Si
tratta, in realtà, del tema principale del musical e del film, estremamente popolare in tutto
il mondo. In Italia è famoso anche perché, proprio nella versione di Coltrane, ha
fatto da sigla a una bellissima trasmissione radiofonica di Rai3: Fahrenheit.
Ascoltate attentamente McCoy Tyner nella parte centrale del pezzo, semplicemente
stupendo. Con lui e Trane ci sono
Elvin Jones alla batteria e Steve Davis al contrabbasso.
Torniamo ad ascoltare Walk Spirit Talk Spirit, un tema scritto da McCoy Tyner, questa volta nell'interpretazione del suo gruppo a Montreux nel corso del Festival del 1974. Dal concerto fu
tratto un album di notevole pregio: Enlightenment, di cui potete trovare maggiori informazioni su Wikipedia
(http://en.wikipedia.org/wiki/Enlightenment_%28McCoy_Tyner_album%29).
Nel terzo passaggio del nostro ascolto, McCoy Tyner è
accanto a un musicista del quale vi ho parlato a proposito di Shadows and Light di Joni Mitchell:
Michael Brecker. Siamo sempre dal vivo, nel 1996.
Chiudiamo con un pezzo di piano solo. Si tratta di Giant Steps, una composizione di Coltrane, registrata dal vivo sempre nel 1996.
giovedì 30 agosto 2012
Difficile scegliere
In queste ore, a Tampa, il Partito Repubblicano sta
affidando a Mitt Romney e Paul Ryan il compito di riconquistare la Casa Bianca
e sloggiare Barack Obama.
Anche per i professionisti è presto per azzardare previsioni, figuriamoci per me. I sondaggi della CNN
mostrano un elettorato diviso a metà, ma, in questo momento, sembrano poco
significativi. Sinceramente non vorrei essere chiamato a votare negli Stati
Uniti a novembre, la scelta mi sembra difficile: Romney e Ryan suonano una
musica che non mi piace ascoltare, ma anche Obama mi sembra che abbia steccato
più del giusto. Insomma, neanche dall’altra parte dell’Atlantico sembrano
essere disponibili governanti degni di questo nome. Sia chiaro: noi siamo messi
peggio, ma neanche troppo. La mia opinione che si tratti di uno scontro tra
figure non all’altezza del compito di guidare la maggiore potenza economica e
militare mondiale ha trovato conferma in un articolo del Financial Times. Lo firma
Conrad Black e lo potete leggere qui: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/b24ddb70-f120-11e1-a553-00144feabdc0.html#axzz252rZBxcC.
Buona stampa. Anche se sono quasi tentato di scrivere stampa così e così.
Black non nasconde le sue simpatie per il ticket repubblicano, ma, anche se cerca
di farne un ritratto positivo, finisce per porne in evidenza alcuni limiti. E
trascura di porsi una domanda molto importante, che pure sorge spontanea
proprio leggendo le sue osservazioni: se, in quasi due decenni, gli americani
hanno scelto come guida uomini mediocri, cosa potrà far cambiare la situazione quest’anno? Se Black ha ragione, e credo l’abbia, il problema è nel sistema,
che ormai, in quasi tutto il mondo, porta al vertice individui mediocri, scelti
non perché dotati, ma per l’azione degli esperti di comunicazione, in
grado di costruire un’immagine che attrae gli elettori. E il sistema non è cambiato.
Non c’è da stupirsi se le grandi banche piuttosto che le
grandi imprese, negli Stati Uniti come in Europa, continuano ad agire
indisturbate, senza preoccuparsi degli effetti spesso catastrofici del loro
operato, sicure che nessun politico avrà la forza e il coraggio di mettersi
contro di loro. Ricordate? Di subprime
e di titoli tossici si cominciava a parlare proprio alla fine di agosto del
2007. Avete visto qualche misura in grado di garantirci che non accadrà mai più
nulla di simile? A me pare di no.
Potrei chiudere scrivendo, come ho fatto altre volte al
termine di post pessimisti: buona serata e buona fortuna, ma preferisco una
conclusione diversa. Ancora musica. Ancora jazz. Un grandissimo pianista, un
fedele compagno di John Coltrane: McCoy Tyner. Il suo modo di suonare è
intensamente ritmico, anche nel gesto. Ha una presenza scenica importante,
anche se non quanto il batterista del gruppo di Trane, ossia l’imponente Elvin Jones, la cui incredibile forza
fisica comportava che la batteria venisse inchiodata al palco (visto con i miei occhi a Bergamo nel 1975).
Ho scelto un brano successivo alla morte di Coltrane: si
tratta di Walk Spirit Talk Spirit, una composizione di McCoy Tyner piena di energia. Quasi altrettanto
trascinante del pezzo di Lee Morgan, ma molto diverso. E il gruppo che affianca McCoy Tyner è formato da eccellenti strumentisti. Vi piacerà.
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