domenica 18 ottobre 2015

Pagare di tasca propria? Non sia mai!

Ieri ho divagato, cercando di dedicarmi ad argomenti più alti di quelli che offre la cronaca politica italiana e anche internazionale.
Scendendo nuovamente ai livelli modestissimi della quotidianità politica italiana, ecco una di quelle notizie che, vorrei essere smentito, si possono leggere soltanto nel nostro Paese. La prendiamo da un pezzo del Corriere della Sera di ieri: http://www.corriere.it/cronache/15_ottobre_17/biglietti-gratis-politici-de-magistris-stadio-san-paolo-calcio-napoli-9f2c7856-7513-11e5-a7e5-eb91e72d7db2.shtml.
Cronaca. Di quella, però, che fa prudere le mani… A simili forme di indecenza, almeno nelle nazioni avanzate, i cittadini non sono costretti ad assistere. E si resta davvero disgustati nel leggere che il calcio, la cui credibilità è praticamente inesistente dopo la sequela di scandali senza fine, viene così vergognosamente usato per conquistare qualche briciola di consenso politico. Un consenso che si è disposti a ricercare anche tra le schiere dei tifosi, soprattutto, e qui veramente si dimostra il livello di bassezza cui si spingono certi politici italiani, quelli appartenenti alle frange più violente. Già, De Magistris, il magistrato moralizzatore. Talmente patetico da rimangiarsi, nell’approssimarsi delle elezioni, persino la militanza interista di un tempo. Intendiamoci: per chi tifa De Magistris è cosa per cui non nutro il minimo interesse, ma m’interesserebbe, e molto, che si occupasse dei problemi di Napoli in maniera adeguata e ricordando il concetto di legalità. Forse, tuttavia, è pretendere troppo, come ho già avuto modo di osservare oltre due anni fa (http://ilmiosecchiellodacqua.blogspot.it/2013/09/legalita.html).
Facciamo una puntata all’estero per leggere un articolo da The Financial Times di ieri: https://next.ft.com/content/72e4555e-7421-11e5-a129-3fcc4f641d98.
Buona stampa. Primo commento: l’Italia e gli italiani non hanno il monopolio della propensione ad atteggiamenti illegali. Anche altrove (non ne gioisco: sapete già quel che penso del male comune che sarebbe mezzo gaudio) c’è chi non sa rimanere al di qua del limite e, per ambizione e per avidità, l’oltrepassa, senza curarsi dei danni causati ai propri clienti e alla reputazione della propria azienda e, più in generale, dell’insieme delle aziende che operano nel medesimo settore. Quello che ci differenzia, ad esempio, dagli Stati Uniti è che, in Italia, la giustizia è molto più lenta e molto meno efficace nel punire i comportamenti illegali dei cosiddetti “colletti bianchi”. Ne ho parlato già più volte. Una situazione che, per ora, non sembra rientrare nel renziano fervore riformatore (ammesso sia reale). E così si può assistere a vicende come quella di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, i cui vertici, per anni, non hanno rispettato i principi di corretta gestione e avrebbero (condizionale d’obbligo in attesa delle indagini della magistratura) violato norme sulla concessione dei crediti in relazione all’acquisto di azioni e sulla determinazione del valore delle stesse. Oltre a pormi domande sulla qualità e sulla fermezza dei controlli da parte delle autorità competenti, a me viene spontaneo chiedermi anche che cosa accadrà se e quando si confermeranno le ipotesi di reato di cui parlano le cronache di questi mesi. Vogliamo scommettere che, alla fine, nessuno subirà una sorte anche lontanamente paragonabile a quella di Bernie Madoff?
Chiudiamo con un paio di articoli che riguardano il Presidente del Consiglio e rafforzano le tante perplessità che nutro sul suo modo di procedere e sulla sua reale capacità di portare il rinnovamento necessario all’Italia. Cominciamo con un pezzo di Guido Tabellini pubblicato ieri su Il Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-10-17/il-prezzo-pagato-consenso-a-breve-100621.shtml?uuid=ACxQXHIB&fromSearch.
Buona stampa. Il sospetto che a Renzi interessi il prossimo voto più che il futuro del Paese è diffuso e Tabellini (un pericoloso esponente dell’estrema sinistra che ha anche militato come Rettore di quel covo di marxisti che si trova a Milano, in Via Sarfatti) è soltanto uno tra i tanti a manifestarlo apertamente.
E Renzi si impegna ogni giorno per confermare quanto conti per lui il consenso popolare e quanto poco sia disposto a compiere passi necessari o opportuni, ma politicamente pericolosi. Un esempio lo offre oggi la questione della possibile legge sulle cosiddette unioni civili, per le quali il Presidente del Consiglio si mostra più freddo avendo scoperto che alcuni aspetti piacerebbero poco agli italiani. La notizia l’ha data oggi il Corriere: http://www.corriere.it/politica/15_ottobre_18/adozione-le-coppie-gay-sondaggio-frena-premier-462ea1e2-755a-11e5-a6b0-84415ffd3d85.shtml.
Buona stampa. Io credo che non si debbano considerare i sondaggi quando si tratta di diritti delle persone: se li si riconosce e si vuole che trovino una protezione legale, ogni altra considerazione è del tutto irrilevante. E mi sembra squallido l’atteggiamento ondìvago e opportunistico di Renzi. Ma tant’è…
Chiudiamo, come di consueto, con qualche colpo contro chi vorrebbe privare la nostra vita del piacere della musica e di tanto altro, di quasi tutto quello che rende la vita degna di essere vissuta. Cominciamo con Joni Mitchell, di cui ascoltiamo At Last. Questo mi offre l’opportunità di dire che, fortunatamente, la meravigliosa artista canadese si sta riprendendo pian piano dalla malattia (https://www.facebook.com/jonimitchellcom/posts/10153645853872436?fref=nf).



Il secondo brano lo esegue Alison Balsom, una trombettista inglese (http://alisonbalsom.com/) di grande talento e di altrettanto notevole bellezza. La ascoltiamo insieme alla BBC Symphony Orchestra in un brano di Astor Piazzolla, Libertango. Si tratta di un'esecuzione dal vivo, nel corso dell'ultima serata dei mitici Proms (http://www.britannica.com/art/BBC-Proms) del 2009.



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