Ieri, con tutti gli indici in crescita, i mercati sembravano
interpretare positivamente la conclusione della lunga trattativa tra la Grecia
e i creditori. Oggi, con un calo moderato, sembrano più riflessivi rispetto
all’effettivo esito della vicenda greca.
Quello greco, tra l’altro, non sarà l’unico Parlamento a
doversi pronunciare sull’accordo raggiunto a Bruxelles. Lo faranno anche quelli
di alcuni paesi creditori, come la Germania. E non sembra si possa dare per
certo che vi sia un voto favorevole. In altre parole, siamo ancora nel mezzo
del guado e mi pare che manchino le ragioni per essere ottimisti. Anche perché,
pur ipotizzando che tutto vada nel migliore dei modi, in autunno si ricomincia
a votare in varie nazioni dell’Eurozona e della UE e non si possono escludere
successi dei partiti cosiddetti antieuropei o populisti.
L’incertezza, dunque, mi sembra caratterizzare queste ore e
non credo sia il caso di sbilanciarsi in previsioni. Meglio, invece,
approfittare delle varie riflessioni offerte ancora dai quotidiani italiani e
non.
Scelgo articoli che, in linea con quanto appena affermato
riguardo alle previsioni sul futuro, si concentrano sull’analisi di quanto
avvenuto sinora o che aiutano a capire le dinamiche economiche e politiche della
lunga vicenda greca.
Il primo commento lo prendiamo da The
Financial Times. Lo ha scritto ieri un economista tedesco, Wolfgang Münchau, il
quale vede nell’atteggiamento della Germania, e dei paesi che ne condividono la
rigida difesa dell’austerità e del rigore, un punto di svolta, il momento in
cui si affievoliscono le ragioni profonde alla base dell’idea e dello sviluppo
dell’Europa Unita. Ecco il link: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/e38a452e-26f2-11e5-bd83-71cb60e8f08c.html?siteedition=intl#axzz3fmnNKTur.
Buona stampa. Mi sembra giusto riprendere le parole di Münchau
riguardo all’ipotesi dell’espulsione temporanea della Grecia avanzata sabato da
Schäuble: “I have heard quite a few crazy
proposals in my time, and this one is right up there. A member state pushed for
the expulsion of another. This was the real coup over the weekend: not only
regime change in Greece, but also regime change in the eurozone.”
Non aggiungo altro e passo oltre. Oggi il Corriere della
Sera ospita un editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi che spiega
bene le ragioni economiche che hanno causato il debito greco: http://www.corriere.it/editoriali/15_luglio_14/crisi-grecia-ideologie-numeri-alesina-giavazzi-72a08a60-29e7-11e5-b455-a2526e9b2de2.shtml.
Buona stampa. I numeri non sono opinioni, ma servono per
formarsene una, purché si lascino da parte le ideologie, che spesso spingono a forzare
le regole dell’aritmetica.
E, sempre in tema di numeri, vediamo la probabile
destinazione degli oltre 80 miliardi di euro che dovrebbero essere concessi
alla Grecia. Se ne occupa Angelo Baglioni in un articolo del sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/archives/36087/dove-va-il-denaro-del-salvataggio-di-atene/.
Buona stampa. Anche se conviene sperare che Baglioni sia
pessimista…
Nella battaglia contro chi odia la cultura e la musica, oggi
diamo spazio alla classica, anzi alla lirica. Sabato scorso è morto un grande tenore canadese, Jon Vickers (https://it.wikipedia.org/wiki/Jon_Vickers), lo ricordiamo ascoltando la sua splendida interpretazione di una delle più famose arie da Carmen di Bizet: La fleur que tu m'avais jetée.
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