Avevo cominciato a scrivere prima che Donald Tusk,
presidente del Consiglio dell’Unione Europea, annullasse il vertice dei Capi di
Stato e di Governo dei 28 previsto per oggi pomeriggio. La ragione, non
imprevedibilmente, è che l’Eurogruppo non ha ancora raggiunto un’intesa sulla
Grecia e, quindi, non c’è nulla da far ratificare al Consiglio. E così mi tocca
ricominciare…
Buona stampa.
La novità della giornata di ieri è stata la proposta tedesca
di mettere la Grecia fuori dall’euro per cinque anni: si propone, dunque, la
gestione della moneta unica come una partita di hockey su ghiaccio o di rugby,
con le espulsioni a tempo. Cinque anni saranno una punizione sufficiente per le
irregolarità commesse dai governi greci? O piuttosto serviranno a far tramontare
la stella di Tsipras e del suo partito Syriza? E se poi, durante la sospensione
di Atene, qualcun altro commettesse un fallo da espulsione? E un altro ancora?
Poco alla volta, potrebbe non restare in campo nessuno.
Siamo, purtroppo, arrivati a un livello d’improvvisazione e
di confusione che rendono quasi impossibile dar credito all’Europa unita e alle
sue istituzioni, ormai quasi completamente affondate nel ridicolo dalla classe
politica e dalla burocrazia che le guidano. E il fatto che la proposta della
“Grexit” a tempo venga dalla Germania, onestamente, mi stupisce. Ci portano via
il mestiere. Siamo noi italiani quelli che, solitamente, inventano soluzioni
fantasiose e impraticabili…
Inutile continuare su questo punto. Ormai si tratta di
aspettare qualche ora, tempo che si concluda il vertice dell’Eurogruppo, che
riprende oggi, e sapremo che topolino avrà partorito la montagna…
Mettiamo, invece, un po’ d’ordine nella rappresentazione non
di rado distorta che del caso greco ci offrono i media. Il sito LaVoce.info, a
firma di Nicola Borri e Pietro Reichlin, offre una buona ricostruzione del
primo salvataggio della Grecia, quello che, secondo la versione prevalente,
sarebbe avvenuto a vantaggio delle banche francesi e tedesche che detenevano
importanti quantità di titoli di Stato ellenici. Ecco il collegamento: http://www.lavoce.info/archives/36053/bail-out-greco-dove-sono-finiti-i-soldi/.
Buona stampa. Come scrivono Borri e Reichlin: “Fare chiarezza sui numeri non è solo una
diatriba accademica. Le conseguenze di un messaggio sbagliato possono essere
molto gravi.”
E molto gravi saranno anche le conseguenze che avrà sui mercati un'eventuale nulla di fatto nella trattativa dell'Eurogruppo. O anche una soluzione pasticciata e frettolosa. E' drammaticamente evidente la distanza tra le capacità della classe politica europea e i rischi che abbiamo di fronte, anche per quel che riguarda i nostri risparmi: considerate l'andamento dei corsi dei titoli, che hanno subito e subiscono ridimensionamenti e volatilità esasperata proprio a causa dell'incertezza che da mesi grava sul futuro non tanto della Grecia, quanto dell'intera Europa. Stiamo già pagando un prezzo molto alto per il debito greco...
Come saprete senz'altro, ieri si è celebrato il ventesimo anniversario del massacro di Srebrenica. Tra i tanti articoli che hanno ricordato il tragico evento, vi propongo una ricostruzione di come la ricorrenza è stata vissuta in Olanda, paese i cui militari, inquadrati nelle forze ONU, avevano il compito di proteggere i musulmani bosniaci. L'articolo è di Duncan Robinson per The Financial Times: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/93a5c67a-26d2-11e5-9c4e-a775d2b173ca.html#axzz3ffMMGr6Z.
Buona stampa.
Fermiamoci qui e concediamoci un paio di ascolti musicali.
La scelta non mi costa quasi nessuna fatica, perché riprendo due suggerimenti
dati ieri su Facebook. Il primo, del mio amico Giorgio, è una ballata d’amore
di Neil Young, Harvest Moon.
Il secondo, che ho proposto io, è un’esecuzione dell’orchestra di Benny
Goodman, registrata dal vivo alla Carnegie Hall di New York nel 1938. Il brano s'intitola Sing Sing Sing. E' un video che merita di essere guardato, non solo ascoltato, come quello di Neil Young.
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