Gli organismi sovranazionali che si occupano delle crisi
finanziarie in paesi membri della UE ci hanno abituato a decisioni (spesso
mediocri e assai poco incisive) prese dopo inesauribili trattative, repentini
cambiamenti di direzione e inspiegabili rallentamenti.
Non stupisce, dunque, il modo in cui si sta fronteggiando la
crisi di Cipro, o meglio della parte greca dell’isola, membro della UE e
dell’Eurozona, mentre quella turca è estranea a entrambe. Se una soluzione sarà
trovata, accadrà oggi allo scadere dell’ultimo minuto, presumibilmente con
modalità diverse da quelle di cui si discute da giorni e delle quali, proprio per
questo, non ha gran senso parlare. C’è un aspetto, sul
quale, invece, merita concentrare l’attenzione (come ha fatto Morya Longo sul 24 Ore, in un articolo non disponibile on line).
La crisi cipriota, infatti, enfatizza le complesse
relazioni tra la situazione finanziaria di un singolo stato e quella del suo sistema
bancario: quasi sempre, laddove le banche hanno raggiunto dimensioni pari a
svariati multipli del Pil nazionale, una crisi del sistema bancario trascina
con sé le finanze del paese, che sono insufficienti a impedire il tracollo delle banche. Ciò è tanto più vero quando,
come nel caso degli istituti di credito ciprioti, si raccolgono grandi somme di
denaro che vengono investite direttamente con criteri altamente speculativi.
La crisi di Cipro ha trovato ampio spazio in questi giorni
sulla stampa. Il Sole 24 Ore, abbastanza prevedibilmente, è quello che
maggiormente l’ha seguita. Vi segnalo un altro pezzo di Morya Longo pubblicato oggi (e disponibile),
che illustra le opinioni degli operatori di mercato: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-23/cipro-2-183501.shtml?uuid=AbYJ1zgH&fromSearch.
Buona stampa. Dalla quale emerge una nota di ottimismo che spero non venga smentita domani dai fatti. Dal pezzo di Longo potete
collegarvi a numerosi articoli. E’ una buona occasione per approfondire una
vicenda che riporta al centro della scena problemi di cui si parla dal 2007, senza, tuttavia, che vi siano state risposte concrete ed efficaci da parte delle autorità
chiamati a risolverli.
Per quel che riguarda la politica nazionale, vi segnalo un
commento che mi sembra condivisibile dal sito di Italia Futura, l’associazione
ispirata da Montezemolo: http://www.italiafutura.it/dettaglio/115828/un_governo_di_scopo_per_ripartire.
Checché lui ne dica, Bersani non mi sembra affatto impegnato
a risolvere i problemi del paese, ma piuttosto preoccupato di quelli suoi e dei
dirigenti che lo affiancano alla guida del Pd, gli artefici di una
straordinaria sconfitta alla quale non si sono rassegnati, tanto da comportarsi
come se avessero vinto.
In realtà, anche nel vantare vittorie inesistenti, Bersani,
il tizio decrepito e lo psiconano+barba-Mediaset si muovono in maniera molto
simile. Così come nel pretendere di imporre dal basso delle loro minoranze (la
maggioranza degli italiani è il partito del non voto) le proprie visioni, che
non di rado rasentano il fanatismo, o i propri interessi personali o delle
tante corporazioni cresciute a dismisura all’ombra dei partiti, ma anche della
pubblica amministrazione.
E sulla pubblica amministrazione chiudiamo, perché devo,
dopo averla tanto spesso criticata, riconoscere un merito alla burocrazia
italiana: ha dimostrato che ho ragione!
La vicenda dei due Fucilieri di Marina, infatti, è la
conferma più sconcertante dell'inettitudine di persone chiamate a
occupare ruoli di grande rilievo, quale quello di Ministro degli Esteri.
Intendiamoci: Terzi di Santagata è in ottima compagnia sia in questo Governo come
nei precedenti come nella nostra pletorica pubblica amministrazione. Siccome,
però, lui è l’artefice di questo enorme pasticcio (usiamo un eufemismo), è lui
che va indicato come prova evidente della mediocrità di chi ci governa e di chi
dirige la macchina dello Stato.
Anche di questa storia si sono occupati tanto tutti i
quotidiani. Vi segnalo un paio di pezzi. Il primo, a firma di Francesco Merlo,
da La Repubblica del 22 Marzo (http://www.repubblica.it/esteri/2013/03/22/news/l_onore_perduto_della_democrazia-55094155/?ref=HREC1-3), è un po’ fazioso e mescola anche argomenti che non stanno proprio così bene
insieme, però ci sono alcune osservazioni appropriate.
Stampa così e così.
Il secondo, dal 24 Ore di ieri, è di Vittorio Emanuele Parsi (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-03-23/dignita-persa-india-102712.shtml?uuid=AbPXosgH&fromSearch), che pur muovendosi sulla medesima linea, lo fa con più equilibrio.
Buona stampa.
Nessun commento:
Posta un commento