Qualche giorno fa, avevo espresso la convinzione che
l’esperienza di Parma fosse positiva. Ritenevo, sulla base delle informazioni,
in realtà scarse, offerte dalla stampa nazionale sull’operato di Pizzarotti,
che il sindaco della città emiliana stesse dimostrando come il movimento di
Grillo sapesse esprimere amministratori locali capaci di affrontare i problemi
delle città loro affidate. La consapevolezza che difficilmente si possono
fermare importanti opere in fase avanzata di realizzazione, come il termovalorizzatore
di Parma, mi induceva a non considerare particolarmente rilevante il fatto che Pizzarotti non fosse
riuscito a bloccarlo, come promesso durante la campagna elettorale. Anche la
rigidità finanziaria imposta dal debito enorme ereditato dalla precedente
gestione, di centrodestra, mi appariva una condizione esterna cui,
necessariamente, Pizzarotti doveva adattarsi con ragionevolezza, anche perché
la dimensione e l’articolazione del debito erano allora non chiaramente
definite.
In breve, consideravo l’esperienza di Parma un segno di
equilibrio e di prudenza, atteggiamenti, lo ammetto, tanto inattesi da
parte di un seguace di Grillo da indurmi a mettere da parte, riguardo solo a quell'esperienza, le mie riserve
mentali, concentrate sul leader del M5S e sul suo guru Casaleggio.
Riserve mentali che, lo dico per sgombrare il campo da ogni
possibile equivoco, escono rafforzate dai comportamenti recenti dello
psiconano+barba-Mediaset.
Il sito LaVoce.info, qualche giorno fa, ha pubblicato una
breve, ma puntuale analisi dell’azione di Pizzarotti, dalla quale sono indotto
a rimettere in discussione anche l’opinione su di lui.
Ritrovo gli argomenti che ne giustificano certe scelte, ma
scopro decisioni che mi lasciano molto perplesso, anche per quel che
riguarda il rapporto con la pubblica opinione, alla quale pure il sindaco di
Parma sembra volersi sottrarre, almeno nelle forme tradizionali.
L’informazione ha tratto sicuramente beneficio dal
diffondersi di internet, ma ha consentito anche l’affermazione di schemi di
comunicazione monodirezionali, che, se sfruttati in maniera spregiudicata e opportunistica, non
favoriscono il dibattito tra portatori di opinioni diverse che è il meccanismo
fondamentale per la formazione di una volontà collettiva largamente condivisa.
Se poi chi ricorre alla comunicazione che va solo da una parte
all’altra nega il ruolo di controllo della stampa e si sottrae al confronto con
la stessa, francamente, comincio a preoccuparmi.
Non voglio usare parole grosse e neppure cedere a toni
allarmistici, ma dubito che il clima favorito dall’affermazione di Grillo
favorisca la riflessione e il dibattito indispensabili per uscire, nel modo meno doloroso per tutti, dalla crisi
che stiamo vivendo.
Tanto per parlar chiaro: solo alludere alla possibilità che
si decida di abbandonare l’eurozona con un referendum svolto attraverso la rete
mi sembra un’enormità. Viviamo in un paese in cui la maggioranza delle persone
è, intenzionalmente o meno, esclusa dall’uso abituale e consapevole di internet.
Un simile referendum, mi pare evidente, sarebbe assai poco espressivo della
volontà della totalità degli italiani.
Veniamo all’articolo di Paolo Scarpa su LaVoce.info: http://www.lavoce.info/sindaco-pizzarotti-movimento-5-stelle-parma-grillo/.
Buona stampa.
E, sempre per cercare di capire i lati oscuri di questa fase
della vita del nostro paese, suggerisco la lettura dell’editoriale di Beppe Severgnini sul Corriere di
ieri: http://www.corriere.it/editoriali/13_marzo_04/severgnini-maschera-e-le-macerie_b64fe0ec-8491-11e2-aa8d-3398754b6ac0.shtml.
Buona stampa.
Buona notte e buona fortuna.
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