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mercoledì 28 gennaio 2015

Indietro non torniamo


Buona stampa. Con tutti i loro difetti, le democrazie occidentali sono le nazioni nelle quali gli uomini trovano garantiti quei diritti che, faticosamente, abbiamo capito essere “fondamentali”. Dunque non è neppure ipotizzabile che si possa cedere a una pressione esterna che vorrebbe farci alterare le caratteristiche dei nostri Stati e indurci a rinunciare a quanto abbiamo saputo costruire nel tempo, anche attraverso passaggi drammatici. A chi vorrebbe farci percorrere all’indietro il cammino che ci ha portato dove ci troviamo oggi, però, non possiamo rispondere con la medesima arma. Non è con l’ignoranza che si vince l’ignoranza. Un pregiudizio non aiuta a sconfiggere altri pregiudizi. E questa (per me) evidente verità, purtroppo, in molte nazioni europee trova sempre meno seguaci e, temo, questo è un brutto segnale di come il nemico stia effettivamente avanzando: l’affermarsi di certi movimenti politici mi pare dimostrare come molti, all’oscurantismo che affascina tanti seguaci dell’Islam, sappiano opporre soltanto un altro oscurantismo.
Dell’imminente passaggio politico di rilievo per Italia che dire? Sarò brutalmente sintetico: andiamo all’elezione del Presidente della Repubblica come si va al mercato del bestiame, difficilmente ne verrà fuori qualcosa di buono.
Ci sono, tuttavia, anche motivi di sollievo: la Corte di Cassazione ha stabilito che lo squallido figuro non aveva diritto alle attenuanti che hanno ridotto la sua condanna da 13 anni a 9. C’è un giudice a Berlino!
Skylark (http://en.wikipedia.org/wiki/Skylark_%28song%29) è un altro splendido standard interpretato da innumerevoli grandi del jazz. Un brano che, personalmente, preferisco nelle versioni strumentali. Cominciamo un ascolto multiplo con l'autore della musica, Hoagy Carmichael, che conferma la mia opinione.


Ascoltiamo poi Paul Desmond, un sassofonista di valore famoso soprattutto come comprimario, avendo suonato a lungo nel quartetto di Dave Brubeck (http://en.wikipedia.org/wiki/Paul_Desmond). In questa interpretazione Desmond è il leader di un gruppo di eccellenti strumentisti.


Veniamo, per chiudere, a Winton Marsalis, trombettista di straordinario talento, forse un po' algido, ma in un assaggio verticale ci sta benissimo.



E per questa sera abbiamo finito.

domenica 12 ottobre 2014

Dove si nasconde il pericolo


I danni della pioggia a Genova sono nulla in confronto a quelli prodotti dalla vergognosa inettitudine dello Stato, a tutti i livelli e in tutti i suoi apparati. Fedele alla regola di affidarmi a chi sa fare le cose meglio di me, vi suggerisco Gramellini nel Buongiorno su La Stampa di ieri (http://www.lastampa.it/2014/10/11/cultura/opinioni/buongiorno/questa-specie-di-stato-dXc287ftVcfdsopiAglx4K/pagina.html) e Gian Antonio Stella nell’editoriale del Corriere, sempre di ieri, (http://www.corriere.it/cronache/14_ottobre_11/pasticcio-lavori-torrente-fermi-4-anni-chi-paga-l-incuria-b070574e-510c-11e4-8503-0b64997709c2.shtml),
Buona stampa. Stella è tornato sull’argomento anche oggi, ma l’articolo, interessante, non è disponibile on line. Comprate un Corriere ogni tanto, vale ancora il prezzo e contribuirete a tenere in vita un organismo che potrebbe estinguersi.
Non lo dico io, lo dice il puparo dello psiconano+barba-Mediaset, che ha previsto per la fine del prossimo decennio la scomparsa dei quotidiani.
Il geniale Ca((zz)sal)eggio, che, in piena sintonia con il suo compagno di cene a base di tartufo (http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/11705964/M5S--malore-per-Beppe-Grillo.html), ha dato al Circo Massimo la misura della sua intelligenza e della sua educazione, oltre che del suo rispetto per gli altri, per le loro idee e per il loro lavoro.
Degli sproloqui di questa micidiale accoppiata danno conto tutti i quotidiani. Io vi rimando a soli due pezzi, se ne volete sapere di più cercate voi.
Il primo è Il Giornale, con un commento di Stefano Filippi che spinge lo sguardo oltre l’evento del M5S: http://www.ilgiornale.it/news/politica/quelle-piazze-rimaste-vuote-che-i-governi-non-temono-pi-1059019.html.
Buona stampa.
Il secondo, tratto da La Repubblica, è più un pezzo di cronaca che un commento, quindi non ha valutazione: http://www.repubblica.it/politica/2014/10/11/news/grillo_a_circo_massimo_stasera_lanciamo_referendum_su_euro_cori_e_insulti_contro_giornalisti-97861159/?ref=HRER1-1.
Quando s’insiste, come Grillo e Casaleggio, nell’indicare l’uscita dall’euro come un toccasana per il paese, si va al di là di ogni limite nell’opportunismo politico. E nel farneticare in materia di cui non sanno un bel nulla. Tra l’altro nessuno, forse nemmeno alla BCE, è in grado di spiegare come un paese possa “uscire” dall’euro. Non è la prima volta che ne parlo, non voglio dilungarmi, vi rimando a un pezzo esauriente di Angelo Baglioni dal sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/uscire-euro-no-grazie-europa-crisi/.
Buona stampa. Vi suggerisco di leggere anche il seguito: http://www.lavoce.info/uscire-dalleuro-unoccasione-ripresa-nuova-recessione/.
Ah, quanto avremmo bisogno di una classe politica che somigliasse anche vagamente a quella descritta da Claudio Magris nel pezzo che vi ho suggerito ieri! E’ difficile non rimpiangere persone come quelle che ressero le sorti italiane dal dopoguerra agli anni 70, molto difficile…
A ben vedere, il rimpianto riguarda anche la qualità dei politici di altri paesi, in particolare quelli ai quali siamo legati da affinità culturali e alleanze storiche. Come non provare senso di smarrimento e di sconforto nel vedere, ancora una volta, l’Occidente assistere senza muovere un dito al massacro di intere popolazioni. Come non sentirsi dolorosamente feriti dal modo in cui lasciamo che l’ISIS prosegua nella conquista di territori e nel genocidio di chi non si sottomette al suo potere. Kobane sta per cadere sotto gli occhi indifferenti di quasi tutti. E sarà soltanto un altro passo verso un cambiamento degli equilibri mondiali che Europa, Stati Uniti e loro alleati tradizionali non riescono a controllare, come ben spiega Angelo Panebianco nell’editoriale di oggi del Corriere della Sera: http://www.corriere.it/editoriali/14_ottobre_12/kobane-sotto-assedio-l-occidente-8e50c4dc-51d9-11e4-b208-19bd12be98c1.shtml#.
Buona stampa.
Passiamo alla musica. Qualche giorno fa, quando vi ho proposto la versione di Brad Mehldau e Joshua Redman, avevo promesso un ascolto multiplo di The Nearness of You (http://en.wikipedia.org/wiki/The_Nearness_of_You). E mantengo la promessa.
Avrei voluto cominciare, direi necessariamente, dall’esecuzione orchestrale dell’autore della musica, Hoagy Carmichael, pianista che, oltre a comporre numerose colonne sonore, ha avuto anche ruoli cinematografici (http://www.imdb.com/name/nm0005994/?ref_=nv_sr_1). Purtroppo, per uno di quei misteri del web che non so risolvere, YouTube mi consente di vederlo, ma non di includerlo in questo post. Mah...
Allora cambiamo brano. Tra i film in cui Carmichael ha lavorato c'è To Have and Have Not (Acque del Sud), accanto a Humphrey Bogart e Lauren Bacall, e proprio insieme a lei Carmichael esegue How Little We Know. Ve li faccio ascoltare in omaggio a entrambi. In particolare a Lauren Bacall, in questo film semplicemente stupenda.


E veniamo alla prima versione, per oggi, di The Nearness of You, quella di un trombettista italiano molto interessante, Fabrizio Bosso (http://www.fabriziobosso.eu/).


Facciamo poi un bel salto e passiamo a una versione decisamente diversa, quella dei Rolling Stones, dal vivo a Parigi nel 2003. La voce non è quella di Mick Jagger, bensì quella di Keith Richards.


Ultima versione, per oggi, è quella cantata dalla voce di Norah Jones, che si accompagna al piano dal vivo alla Royal Festival Hall di Londra nel 2012.