Ieri il Corriere della Sera ha dato spazio a una lunga
intervista a Rosy Bindi, una delle principali esponenti della minoranza interna
del PD, quel raggruppamento di politici (piuttosto datati) che, in un modo o
nell’altro, sta cercando di boicottare dall’interno il lavoro di Renzi.
Siccome ho già detto apertamente cosa penso del Presidente
del Consiglio e del suo modo di agire, non credo che mi si potrà accusare di
prenderne le difese, che è proprio l’ultima delle mie aspirazioni. Quindi quel
che dirò di Rosy Bindi e degli altri oppositori interni non va mal
interpretato. Non difendo Renzi, attacco Bindi & Co., gente che non sa
vincere (come hanno scritto infinite volte i commentatori di quasi tutti i
quotidiani), ma che non sa neppure perdere, visto che pretende d’imporre la
propria linea al partito pur avendo subito una sconfitta nelle primarie per il
segretario, e non con pochi voti di scarto (http://www.partitodemocratico.it/doc/263318/primarie-pd-2013-risultati-definitivi.htm).
Parlano di democrazia, ma ne dimenticano (o forse li hanno
sempre ignorati) i principi fondamentali. E sono anche piuttosto vili, perché
si muovono a mezz’acqua, un po’ dicono un po’ no, si barcamenano, più presi
dalla loro sopravvivenza politica che dal destino del Paese.
Se avete voglia (e stomaco, a questo punto bisogna parlare
fuori dai denti) leggete l’intervista di Monica Guerzoni a Rosy Bindi: http://www.corriere.it/politica/14_novembre_26/bindi-si-torni-all-ulivo-o-noi-usciamo-matteo-ha-deluso-gia-caduta-cd832bb6-7530-11e4-b534-c767e84e1e19.shtml#.
Stampa così e così. Approfittando della “distrazione” della
giornalista, Bindi non fa altro che criticare l’operato di Renzi e vagheggiare
il ritorno a un meraviglioso passato, che sarebbe quello in cui Bersani,
D’Alema, Prodi, Veltroni e altri hanno dato così gran prova di sé, ossia non
solo realizzando poco o nulla e beccandosi come galli, ma anche favorendo la
sopravvivenza politica del tipo decrepito e, più grave, ignorando (esattamente
come Berlusconi) le reali necessità degli italiani, in particolare dei giovani.
Cercate queste parole nelle chiacchiere patetiche della Bindi: giovani e
futuro. Se le trovate, fatemelo sapere. Grazie.
Non abbiamo bisogno di gente come lei. Non abbiamo bisogno di
chi non sa far altro che guardare al passato e nutrirsi di una presunzione
arrogante. E se non vi basta la mia opinione, e avreste anche ragione, leggete
l’editoriale odierno di Ernesto Galli della Loggia, sempre dal Corriere: http://www.corriere.it/politica/14_novembre_27/vocazione-minoritaria-certo-pd-36c2b962-7607-11e4-8593-6ac58034c3d7.shtml.
Buona stampa. Della Loggia non ha neppure bisogno di
scrivere tanto. Gli basta circa la metà dello spazio che occupano solitamente i
suoi editoriali. Che sia perché è tutto così chiaro da non richiedere complesse
spiegazioni?
Chiuderò su questo sgradevole argomento con la menzione di
uno dei peggiori dello schieramento di cui la Bindi è una pedina fondamentale.
Parlo di Stefano Fassina, uno che non sorride mai e che ha una faccia torva e uno
sguardo sbieco assai poco rassicuranti. Anche Fassina, come un Salvini o un
Grillo qualsiasi, non ha trovato di meglio da fare che chiedere la fine dell’euro.
Ovvio, non l’ha fatto con la volgare semplicità dei due brillanti politici che
ho citato, ma da uomo di raffinata cultura in un’intervista di qualche
settimana fa a Il Manifesto: http://ilmanifesto.info/fassina-renzi-va-a-destra-e-leuro-va-superato/.
Stampa così e così. Da un giornalista de Il Manifesto non ci
si aspetta certo che contesti le posizioni di un compagno della caratura di
Fassina. Ecco le parole su cui riflettere:
Senza una correzione
di rotta l’Europa andrà a sbattere, ma le condizioni per questa correzione non
ci sono. Quindi dobbiamo preparare una soluzione cooperativa per il superamento
dell’euro.
Una soluzione cooperativa per il superamento dell’euro… Ci
voleva l’ex consulente economico di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi per
escogitare una formula del genere. Mi piacerebbe che spiegasse che cosa
intende… Dubito che lo farà, anche perché è inutile: la formula ha avuto il
benestare di niente meno che Pierluigi Bersani, lo smacchiatore di giaguari. Non
c’è niente da spiegare. La Ditta approva. Come aveva approvato, nel 1999,
Presidente del Consiglio D’Alema e Fassina al Dipartimento Economico di Palazzo
Chigi, la scalata di Colanninno e soci alla Telecom. Ricordate i “capitani
coraggiosi”? Definizione non molto fortunata, visto come è andata a finire la
Telecom… Chissà se anche questa fu frutto della fertile mente di Fassina?
Lasciamo stare.
Le beghe del PD, tutto sommato, sono quasi ridicole di
fronte a quel che accade dentro il M5S e Forza Italia, ai cui leader e
parlamentari delle vicende italiane, ormai, non interessa più nulla, presi come
sono dal lanciarsi stracci ventiquattro ore al giorno cercando disperatamente il modo per non essere sbattuti fuori dalla politica (soprattutto dal piacevole mondo di ricchi privilegi che garantisce). Verrebbe da dire che si
tratta di scene pietose se non fosse che, comunque, si tratta di organizzazioni
politiche ancora di qualche rilievo e partecipi di decisioni importanti per la
vita degli italiani.
Chiudo con Gramellini e il suo Buongiorno di oggi, che è
in tema: http://www.lastampa.it/2014/11/27/cultura/opinioni/buongiorno/na-bce-MTf2tdfz9nFG9zcELysC6J/pagina.html.
Buona stampa.
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