martedì 18 novembre 2014

Che lungimiranza!


Ieri, nell’inserto del Corriere della Sera dedicato all’economia, c’era un articolo sulla distribuzione dei dividendi da parte delle aziende in cui lo Stato è socio. Parliamo di società quotate, come Eni e Enel, di società non quotate, come Poste e Enav, e di un moloch come la Cassa Depositi e Prestiti, che sta poco per volta trasformandosi in un nuovo IRI (e dubito che ce ne sia bisogno). L’articolo era firmato da Alessandra Puato e lo potete leggere qui: http://www.corriere.it/economia/finanza_e_risparmio/notizie/aziende-stato-tesoro-cerca-soldi-pronti-4-miliardi-e9cb4ce0-6f04-11e4-a038-d659db30b64c.shtml#.
Buona stampa. L’atteggiamento dello Stato nei confronti di queste aziende, che, giustamente, Puato associa al verbo “spremere”, è particolarmente grave perché, soprattutto nei casi di Eni e di Enel, la pressione esercitata per far affluire alle casse pubbliche quanto più denaro possibile può comportare gravi conseguenze sulla capacità delle aziende stesse di stare sul mercato.
Eni ed Enel svolgono attività nelle quali risulta indispensabile avere risorse per nuovi investimenti e mantenere un buon voto da parte delle società di rating (sì, valgono quel che valgono, ma il loro giudizio ha ancora importanza). La politica di dividendo imposta dal Tesoro, riducendo di molto la quota di utili non distribuiti, comporta una minore capacità di investimento e/o di riduzione del debito. Quindi, si privilegia l’uovo oggi a scapito della gallina domani. Lo stesso vale, in misura diversa, anche per tutte le altre aziende considerate nell’articolo. E questo dovrebbe farci riflettere attentamente sul modo di procedere del Governo Renzi. La spregiudicata serie di promesse del Presidente del Consiglio (ormai quasi superiore a quella del tizio decrepito, uno che non scherzava su questo fronte!), non sostenuta dalla reale capacità di incidere effettivamente sui problemi del Paese, sta spingendo a scelte che, ancora una volta, scaricheranno sulle generazioni future l’inettitudine e la voracità della classe dirigente alla guida del Paese dagli anni 80.
Quello che, mi dispiace ammetterlo, trovo sorprendente e deludente è che il Ministro dell’Economia Padoan si appiattisca sulla linea di Renzi senza far sentire una pur flebile voce di dissenso. Pensavo fosse uomo di altra caratura, invece si sta dimostrando piuttosto debole, soprattutto perché, nel cancan mediatico del Presidente del Consiglio, Padoan ha consentito non solo che Cottarelli lasciasse il suo incarico, ma anche che del suo lavoro si perdesse ogni traccia. Che si chiami revisione di spesa o spending review, questo governo non ha nessuna intenzione di farla seriamente. I costi della politica, a livello centrale e ancor più a livello periferico, servono tuttora a tenere in vita il sistema di potere dei leader di partito. Renzi blatera tanto di rottamazione, ma di imporre agli Enti Locali una seria dieta (non quella dei tagli lineari), basata su standard di spesa ragionevoli e applicati realmente, non si sogna nemmeno. Così come non si sogna di usare non solo il lanciafiamme, ma neppure un'accetta per sfoltire la foresta della pletora di società possedute da Stato, Regioni e Comuni.
Mi pare di aver detto abbastanza.
Veniamo ad un altro articolo del Corriere, edizione di oggi. Si tratta dell’editoriale del Vicedirettore Giangiacomo Schiavi dedicato allo sgombero delle case popolari occupate abusivamente avvenuto a Milano: http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_18/periferie-trincea-legalita-66a00916-6f07-11e4-a038-d659db30b64c.shtml.
Stampa così e così. Nel senso che Schiavi scrive cose di buon senso e rappresenta correttamente la realtà della pessima gestione del vasto patrimonio immobiliare pubblico, eppure a me rimane un po’ di amaro in bocca… Com’è che siamo arrivati a questo punto? Non è che anche i giornali si preoccupano della legalità  sempre troppo tardi? Non è che le forze destinate a sanzionare le infrazioni, dalle più lievi alle più gravi poco importa, abbiano ormai rinunciato a farsi valere?
Io temo che sia difficile modificare il destino di degrado irreversibile del nostro Paese. Viviamo in un clima di lassismo e di senso d’impunità che difficilmente si può modificare, salvo rimettere sul serio sulle strade le forze dell’ordine e non chiacchierarne inutilmente ogni giorno, come fanno soprattutto certi sindaci, che, appunto, sanno solo parlarne, ma non agiscono in nessun modo. Per inettitudine certo, ma anche perché non è il caso di disturbare i membri delle polizie locali, i cui voti, uniti a quelli di familiari e parenti, possono essere importanti alle elezioni successive. Si chiacchiera, tanto le chiacchiere finiscono sui giornali, mentre i fatti, quelli, possono anche non arrivare mai.
Mi sarebbe piaciuto che Schiavi avesse provato a andare oltre il temino formalmente corretto che ha scritto. Ho il timore, tuttavia, di sbagliare ad avere certe aspettative.
Voi, invece, non sbagliate se vi aspettate un pezzo musicale che potrebbe piacervi. Oggi ascoltiamo una formazione abbastanza insolita: piano e chitarra, rispettivamente suonati da Bill Mays e da Ed Bickert. Il brano si intitola Quietly e, tutto sommato, mi sembra una giusta esortazione sullo stato d'animo con cui chiudere questo post, che vi ha senz'altro messo un po' di malumore addosso.


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