Di autoriciclaggio si è occupato, con assai maggiore
profondità e completezza di me, anche Leonardo Borlini su LaVoce.info: http://www.lavoce.info/verso-reato-autoriciclaggio/.
Buona stampa. Speriamo che il Parlamento dia infine prova di
saper produrre le norme di cui il Paese ha bisogno. Sono anni che si parla di
questo provvedimento, ma di risultati concreti, per ora, non se ne sono visti.
L’argomento è di quelli che non appassionano i politici.
Nessuno ne parla. Neppure i (sedicenti) campioni della battaglia contro la
casta sembrano preoccuparsene. Non ho letto nessun appello di un dirigente di
rilievo affinché la legge fosse promulgata in fretta.
Evidentemente hanno altro cui pensare.
Un esempio: lo psiconano+barba-Mediaset, preso dalle
celebrazioni del Circo Massimo, si accinge a lanciare un referendum per far
uscire l’Italia dall’Euro. Certo, questo è un tema sul quale c’è più attenzione
rispetto all’autoriciclaggio. Che poi abbandonare la moneta unica sia un
percorso realistico importa poco. L’importante, soprattutto per uno come
Grillo, è spararla grossa, generare clamore, altro non sa fare. Come altro non
sanno fare i servetti che indossano la sua casacca nel Parlamento italiano, in
quello europeo e nelle amministrazioni locali. E quelli che fanno perché
sentono il bisogno di svolgere il compito affidatogli dagli elettori, siccome
devono necessariamente pensare con la propria testa e non come stabilisce il
puparo di Grillo, vengono emarginati se non espulsi. Per fortuna che Grillo
sostiene di essere l’ultimo baluardo della democrazia.
Che cosa sia una vera democrazia liberale e cosa dovrebbe
essere la classe dirigente di una nazione autenticamente democratica lo spiega
un eccellente pezzo di Claudio Magris apparso sul Corriere lo scorso 7 Ottobre:
http://archiviostorico.corriere.it/2014/ottobre/07/SALVATE_PARLAMENTARI_TENTAZIONI_POPULISTE_SALVATE_co_0_20141007_ccc14ec4-4de4-11e4-82e3-afc194f70042.shtml.
Buona stampa. Semplicemente impeccabile, come sempre. E non
aggiungo altro. Resto, però, in campo politico, suggerendovi l’analisi del modo
di governare di Renzi proposta venerdì da Antonio Polito sul Corriere: http://www.corriere.it/editoriali/14_ottobre_10/camere-messe-parte-5df5e87c-503e-11e4-a586-66de2501a091.shtml.
Buona stampa. Anche se io, con un ottimismo che sorprende
anche me, non sono così sicuro che Renzi intenda sovvertire la nostra
democrazia. Credo che si muova con grande spregiudicatezza per approfittare di
ogni spazio nel quale può inserirsi e consolidare il suo governo. Spero di non
sbagliare.
Da Roma ci spostiamo a Milano e Venezia, dove due punte di
diamante della Lega, il Segretario Salvini e il Presidente della Regione Veneto
Zaia, hanno deciso che le sanzioni contro la Russia (e le contro sanzioni russe)
danneggiano i loro concittadini e quindi intendono andare a negoziare con
Putin. I giornali locali ne hanno parlato spesso nei giorni scorsi, vi segnalo
un pezzo dal Gazzettino di lunedì: http://www.gazzettino.it/NORDEST/PRIMOPIANO/veneto_embargo_russia_zaia_putin_giunta/notizie/941291.shtml.
Cronaca. Però venata di discreta ironia. Forse qualcuno
dovrebbe ricordare a Salvini e Zaia che, quando gli esponenti del loro partito
hanno deciso di “fare politica estera”, non è che abbiano proprio scelto
cavalli vincenti e men che meno tipi raccomandabili. Umberto Bossi preferiva Milosevic
e Saddam a Blair e Kohl... Lo stesso Salvini, di recente, non ha trovato di
meglio da fare che esprimere apprezzamento per la Corea del Nord, nientemeno
che in accordo con Razzi, non so se mi spiego (http://www.lastampa.it/2014/09/03/italia/politica/salvini-ha-ragione-razzi-la-corea-come-la-svizzera-wpeHYaAbaESfFUe2maXrvI/pagina.html). Si occupassero seriamente di cose italiane, ammesso che lo vogliano e ne siano capaci.
Per rinfrancarci, cominciamo con un vecchio video registrato
dal vivo nel 1971 dalla BBC. Carole King e James Taylor, due che non hanno
bisogno delle mie presentazioni, interpretano So Far Away.
E li riascoltiamo, nello stesso brano, a distanza di qualche
decina di anni. Questa registrazione è del 2013 a Boston. Gli anni si vedono e
si sentono, ma sono sempre Carole King e James Taylor.
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