Visualizzazione post con etichetta Scajola. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Scajola. Mostra tutti i post

martedì 13 maggio 2014

What is There to Say?


Difficile che qualcuno trovi il coraggio per suggerirgli un cambio di tono. Tra i lacchè pusillanimi e non troppo intelligenti che lo circondano, nessuno si azzarderà a dire al tizio decrepito che farebbe meglio a evitare certe affermazioni.
Oggi, per esempio, ha pensato bene di regalare una delle sue raffinate “battute”, quelle frasi di rara eleganza e di non meno limpido equilibrio che fanno ridere soltanto lui e, ovviamente, la claque: http://www.corriere.it/politica/speciali/2014/elezioni-europee/notizie/berlusconi-a-bruxelles-stanno-allargando-cessi-ospitare-grillo-d0a4546a-da6b-11e3-87dc-12e8f7025c68.shtml#.
Cronaca. Nei giorni scorsi si era già speso anche troppo per confermare il suo valore di politico e di uomo. Troverete innumerevoli testimonianze multimediali in rete. Lascio a voi il divertimento di cercarle. Io ve ne propongo soltanto una, sempre dal Corriere, che sintetizza l’ennesimo sproloquio televisivo del raffinato signore: http://www.corriere.it/politica/14_maggio_12/matacena-io-non-me-ricordo-sara-stato-forza-italia-20-anni-fa-2818f690-d9c9-11e3-8b8a-dcb35a431922.shtml.
Anche qui nessun voto. Dobbiamo, tuttavia, essere grati ai giornali che permettono a chi, come me, non spende un minuto davanti al televisore, di informarsi su quel che dicono i “nostri” politici impegnati nella campagna elettorale per le elezioni europee. E ne dicono davvero di grosse e grossolane, soprattutto il tizio decrepito. Non vorrei dar troppo spazio alle sue panzane (eufemismo), ma un paio di osservazioni le vorrei fare su quanto detto al TGCom24 (guarda caso, un “telegiornale di famiglia”, posso immaginare il puntiglio con cui il giornalista lo avrà contraddetto o messo in difficoltà…).
Prima osservazione: se io fossi legale di Scajola (o Scajola stesso) mi preoccuperei di chiedere al tizio decrepito di non esprimere opinioni in merito alle indagini che riguardano il mio assistito. Andare in televisione a dire che Scajola “è in carcere perché ha aiutato un amico latitante in difficoltà come chiesto dalla moglie” non mi pare brillante, giacché, mi sembra, costituisce la conferma che l’ex ministro dell’Interno ha commesso il reato di favoreggiamento. E lasciamo perdere su quel che queste parole lasciano capire del rapporto con la legalità del tizio decrepito.
Seconda osservazione: Matacena non sarà un gran che, ma fingere di non sapere chi sia non è una prova di stile, al contrario.
Da ultimo vi suggerisco di rileggere queste parole: “Il mio parere è che ci siano davvero esagerazioni. Per l’Expo super importante è stato il mio governo a chiamare tanti Stati alla partecipazione. Guai se le cose non fossero perfette per il giorno dell’apertura. Queste cose non toccano la mia parte politica, noi non c’entriamo nulla, riguardano la vecchia tangentopoli. Molte cose sono poi aria fritta, in tutte le cose con riguardano appalti ci sono delle telefonate, è la vita. Non è solo l’Italia ma in tutto il mondo non dobbiamo scandalizzarci, molte cose sono millantate e non vere affrontiamo il problema ma senza pensare che ci sia uno scandalo che faccia pensare a tangentopoli”.
Di esagerazione c'è certamente quel che sostiene riguardo al ruolo del suo governo, durante il quale sull'Expo si è quasi soltanto litigato. E sorvoliamo sulla linearità e la concretezza e andiamo al sodo: la vicenda non riguarda la sua parte politica? Interessante: evidentemente, come gli fa comodo dimenticare Matacena, così gli fa comodo dimenticare Frigerio… E quel che accade in Italia accade ovunque nel mondo? Si legga il rapporto di Transparency International sul livello di corruzione percepita, nel quale, purtroppo, il nostro paese non brilla proprio per niente (http://www.transparency.org/). E, magari, provi a riflettere sul perché l’Italia, tra il 2001 e il 2007, sia passata dalla 29ma posizione alla 41ma. In buona parte del periodo, guarda caso, lui è stato a capo del governo. Difficile migliorare la propria classifica quando alla guida di una nazione c’è qualcuno che, oltre a un conflitto d’interessi monumentale, ha anche un concetto tutto suo della legalità…
Credo basti così. E per oggi di politica ne abbiamo avuto abbastanza. Concediamoci un Bill Evans di rara bellezza (anche per Bill Evans) in un brano il cui titolo mi sembra adeguato a quanto precede: What is There to Say?


P.S. Dopo che avevo scritto quanto precede, il tizio decrepito ha parlato ancora, ma non vale più la pena di commentarlo.

giovedì 9 gennaio 2014

Fare cosa?


In una delle ultime apparizioni pubbliche, il Papa ha “sdoganato”, impiegandola davanti ai membri di alcune congregazioni religiose, una parola italiana volgare, ma di uso assai comune: casino. Forte di un così importante lasciapassare, oggi la impiegherò anch’io, associandola, però, a un verbo, ma non anticipiamo i tempi…
In realtà, come sosteneva un Professore dell’Università di Padova (uno di quelli davvero bravi e intelligenti), nei casini non c’era affatto casino. Nei casini regnava l’ordine, non la confusione. Ad ogni modo, nell’italiano corrente si è deciso di distorcere un po’ la realtà e di ricorrere a quella parola per descrivere una situazione di caos.
Bene, chiudiamo con questa sciocca (me lo dico da solo) digressione linguistica e veniamo al sodo.
Il Presidente del Consiglio Letta ama sostenere che il Governo che presiede è il “Governo del fare”. Devo ammettere che in tutti questi mesi non ho ben capito la ragione per questa insistente affermazione. Personalmente non mi sembrava proprio di cogliere tutta questa prepotente vitalità e incisività, al contrario. Poi, pian piano, ho cominciato a capire. In realtà, poiché ancora Papa Francesco non aveva sdoganato la parola “casino”, Letta era costretto a dare una definizione parziale del proprio gabinetto. Il suo Governo, infatti, è il “Governo del fare casino”.
Le prove offerte nelle ultime settimane, dal decreto Salva-Roma alla vicenda degli stipendi dei professori, hanno contribuito efficacemente a rafforzare il mio convincimento. Oggi più che mai, lo ripeto, Letta presiede il “Governo del fare casino”.
E’ vero, alcuni potrebbero sostenere che si tratta del “Governo del fare ridere”, ma, francamente, io non sarei d’accordo. Potrei ridere se assistessi alle vicende italiane dall’esterno, che so?, come suddito di Sua Maestà Elisabetta IIa o di Herr Joachim Gauck (e infatti all’estero ridono di noi sempre di più). Come italiano penso che ci sia ben poco da ridere nella cialtroneria di questo Governo che è quello che, più ancora dei precedenti, sembra aver appaltato la gestione delle piccole e delle grandi cose agli alti funzionari della pubblica amministrazione guidati, ça va sans dire, dal super burocrate con vista sul Colosseo Filippo Patroni Griffi (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/26/filippo-patroni-griffi-la-casa-vista-colosseo-e-un-affare-da-623mila-euro/790786/).
C’è ben poco da ridere nell’essere suddito di Letta e Patroni Griffi, ma anche di Napolitano, il quale mi sembra aver perso di vista lui pure la gravità della situazione e non saper trovare il coraggio per dare vero impulso al cambiamento necessario per il Paese.
Nel suo discorso di fine anno, ad esempio, quando ha citato la lettera del dipendente pubblico che lamentava l’impossibilità, con il suo modesto stipendio, di far fronte congiuntamente alle tasse e ai costi di mantenimento dei figli, il Presidente della Repubblica si è ben guardato dall’impegnarsi a far sì che, finalmente, si riportino a dimensioni ragionevoli (ed eque) le retribuzioni (e le pensioni) di alcuni dipendenti o organi dello Stato (Capo della Polizia, Segretario della Camera dei Deputati, Giudici della Corte Costituzionale, ecc.).
No, non c’è davvero nulla da ridere… Come si può ridere quando Letta è così preso dal “fare” il Presidente del Consiglio il più a lungo possibile (il che non è tirare a campare, ci mancherebbe!) da “distrarsi” mentre i deputati di tutti i partiti e, forse, anche qualche membro del Governo infilano nei decreti di fine anno le consuete porcherie clientelari con le quali favorire parenti, amici ed elettori.
No, non c’è davvero nulla da ridere se il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sempre Filippo Patroni Griffi, già Presidente di Sezione del Consiglio di Stato (massimo organo della Giustizia Amministrativa) non si preoccupa del fatto che la cosiddetta Legge di Stabilità venga modificata in violazione delle norme che ne regolano la promulgazione e che la maggior parte dei decreti emanati dal Governo non abbia i requisiti di “necessità e urgenza” previsti dalla Costituzione.
No, non c’è davvero nulla da ridere nel vivere in un paese in cui anche alcuni tra i più alti organi dello Stato operano senza rispettare la legge.
No, non ho proprio nessuna voglia di ridere, però… però, voglio provarci.
Intendiamoci: la richiesta dei Pubblici Ministeri non è una condanna, aspettiamo la sentenza di primo grado e poi, eventualmente, quelle dei livelli successivi di giudizio.
Io, però, non posso evitare di ricordare quel che disse Scajola il giorno in cui dette le dimissioni da Ministro: http://video.corriere.it/scajola-mi-dimetto-devo-difendermi/ce18e636-5769-11df-8ce3-00144f02aabe.
E questo video, lo ammetto, mi fa ridere. Scajola è l’archetipo del ridicolo (http://www.treccani.it/vocabolario/ridicolo/).

martedì 23 aprile 2013

Casa dolce casa


E già, quant’è importante la casa per noi italiani. Apparentemente siamo disposti a far qualsiasi cosa pur di averne una che rispecchi le nostre aspirazioni e che, magari, ci consenta anche di procurarci invidia o ammirazione di amici o conoscenti. E questo accade a qualunque livello. Anche i ministri non sanno sottrarsi al desiderio di possedere una magione che, per uno o più motivi, rafforzi la loro immagine di potere e di successo. E nel farlo, di tanto in tanto, accade che incappino in qualche, come dire?, complicazione.
Pensiamo, ad esempio, alle case con vista sul Colosseo del povero Scajola (di oggi la notizia che è di nuovo oggetto di indagine da parte della Magistratura: http://www.lastampa.it/2013/04/23/italia/cronache/dossier-degli-a-casa-di-scajola-sEIiT63QfcOBQqNDVJup5N/pagina.html) e di Patroni Griffi. E anche quando la prendono in affitto, mica si accontentano di un monolocale al Prenestino: pensate all’appartamento da 8.000,00 e più euro al mese che il mitico 3Mounts divideva con il collaboratore e (ex) amico Milanese.
A proposito, sembra che ci siano dei conti in sospeso e che Milanese abbia chiesto a Tremonti di rimborsargli oltre 170.000 euro, ottenendo però un netto rifiuto (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-15/milanese-batte-cassa-tremonti-160645.shtml?uuid=AbF5ZTnH&fromSearch): la questione pare destinata a finire davanti al giudice, dove, non credo di sbagliare, potrebbero anche saltar fuori dettagli interessanti, magari riguardo alle modalità con cui sono avvenuti, finché sono avvenuti, i pagamenti tra coinquilini.
E veniamo all’attualità, perché, ovviamente, c’è un’attualità, non è che vi rifilo quanto precede soltanto perché Milanese vuole che 3Mounts lo rimborsi.
Il Sole 24 Ore di oggi, purtroppo soltanto nella versione cartacea, dedica poco meno di un’intera pagina a un’inchiesta di Claudio Gatti. Non è infrequente che il lavoro di questo ottimo giornalista ottenga un così ampio spazio, un po’ meno frequente è che l’oggetto dell’inchiesta siano le modalità con cui il Ministro dell’Economia in carica ha finanziato l’acquisto e la ristrutturazione della propria (sfarzosa? Sì, molto sfarzosa!) residenza romana. Qualcosa, in realtà, si capisce dalla sintesi disponibile on line e dai relativi commenti (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-23/ministro-grilli-labirinto-pagamenti-074247.shtml?uuid=AbIWMipH&fromSearch).
Buona stampa.
Per quel che ho potuto accertare, soltanto Il Fatto Quotidiano, tra gli altri giornali, ha ripreso quanto emerso dall’inchiesta di Gatti e lo ha fatto in maniera abbastanza estesa (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/23/grilli-conti-offshore-e-soldi-in-contanti-per-ristrutturazione-della-casa-a-roma/572555/).
Chissà come andrà a finire questa storia? Si concluderà, al solito, come una tipica farsa all’italiana o vedremo un finale alla tedesca o all’inglese? Chi vivrà vedrà…
E passiamo a parlare di senso di responsabilità (o ne ho parlato già anche prima?). Sarò lapidario e mi limiterò a “intimarvi” di leggere questo articolo di Gian Antonio Stella dal Corriere della Sera di oggi: http://www.corriere.it/politica/speciali/2013/elezioni-presidente-repubblica/notizie/23-aprile-stella-tutti-applaudono-rimproveri-napolitano_9ca07fba-abd5-11e2-b753-2de04ad0a16e.shtml.
Buona stampa.
La conclusione non può che essere il ricordo di un grande musicista morto ieri: Richie Havens (http://www.nostalgia.it/articolo/lstp/3252/).
Per quelli diversamente giovani come me (sempre copyright Gramellini), il concerto di Woodstock ha rappresentato un evento mitico, un punto fondamentale nella storia della musica. Anche per quelli che, come me, hanno poi scelto di orientarsi su altri generi o, meglio, anche su altri generi, quei 3 giorni nel cuore dell’estate del 1969 rimangono indimenticabili. E Richie Havens era sul palco di Woodstock, dove ha avuto un bell'aiuto dalla sorte (come racconta Wikipedia inglese: http://en.wikipedia.org/wiki/Richie_Havens) e cantava Freedom.