In questi giorni sembra che non ci si possa allontanare dagli Stati Uniti.
L’ente federale per la protezione ambientale EPA (Environmental Protection Agency) ritiene che la Volkswagen abbia fraudolentemente programmato le centraline di circa 500.000 auto perché rispettassero i limiti di emissioni inquinanti soltanto al momento dei test periodici effettuati per verificare l’effettiva rispondenza alle norme. Se gli USA decidessero di infliggere la massima sanzione possibile, la Volkswagen sarebbe chiamata a pagare 18 miliardi di dollari. La notizia la prendiamo da The New York Times: http://www.nytimes.com/2015/09/19/business/volkswagen-is-ordered-to-recall-nearly-500000-vehicles-over-emissions-software.html?_r=0.
Buona stampa. Si tratta di quel genere di notizia che, a prima vista, sembra incredibile. Almeno a me: fatico a credere che i dirigenti di una delle maggiori aziende automobilistiche mondiali decidano di mettere deliberatamente sul mercato auto che non rispettano la normativa del paese in cui sono immatricolate. Qui non stiamo parlando del caso di un componente che si rivela alla lunga inadeguato o di un errore di progettazione che viene evidenziato dall’uso regolare del veicolo. In questo caso, se le accuse si riveleranno fondate, abbiamo un dispositivo installato appositamente per consentire alle auto di superare le verifiche periodiche e di violare la legge nell’uso quotidiano.
Sono sicuro che se venisse effettuato un sondaggio su un campione della popolazione mondiale chiedendo da che nazione vengano le auto con questo dispositivo, l’Italia se la vedrebbe con la Cina per il primo posto… E, invece, guarda un po’, se le cose stanno davvero come si dice, questa pensata degna del miglior Totò l’hanno fatta a Wolfsburg, Bassa Sassonia, Germania.
Chissà se Marchionne si è già seduto sulla sponda del fiume ad aspettare che passi il cadavere? Una multa da 18 miliardi di dollari metterebbe al tappeto anche un colosso, rendendolo preda abbordabile…
Torniamo in Italia per l’ennesima pessima prova della nostra classe politica, dalla quale, purtroppo, si traggono ragioni per dubitare che possa mai diventare anche soltanto decente e, quel che è peggio, che vi siano differenze sostanziali tra i vari partiti.
Primo collegamento: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/939743.pdf.
Si tratta dell’ordine del giorno della seduta del Senato prevista per ieri mattina: si trattava di iniziare la discussione sul testo della legge di riforma del Senato.
Alla vigilia del voto alcuni esponenti del M5S pubblicano la foto di un corridoio ingombro di valige (ripresa da La Repubblica: http://www.repubblica.it/politica/2015/09/17/foto/riforme_m5s_senatori_in_fuga_trolley_gia_pronti_-123065880/1/#1). Peccato che, alla prova dei fatti, ossia ieri mattina, l’aula fosse quasi completamente vuota (prendo sempre le immagini da La Repubblica: http://www.repubblica.it/politica/2015/09/18/foto/riforme_pd_replica_a_m5s_altro_che_fuga_con_i_trolley_voi_non_siete_neanche_in_aula_-123145676/1/?ref=nrct-3#1). Credo si possa dire che non si salva nessuno, la mediocrità è l’unico vero elemento unificante dei nostri politici. Semplicemente vergognosi.
Oggi vi propongo un brano di jazz. Brad Mehldau in trio esegue No Moon At All.
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