lunedì 7 settembre 2015

Se non se ne parla...

C’è un argomento che ho trascurato nei giorni scorsi, ma mi sta troppo a cuore e quindi lo riprendo e gli dedico l’intero post.
All’origine c’è la pubblicazione dei dati relativi agli incidenti stradali e alle vittime causati dalla guida distratta, in particolare dall’uso del telefono cellulare mentre si è al volante. Scelgo tre fonti giornalistiche per la notizia: Lettera 43 (http://www.lettera43.it/attualit/sicurezza-stradale-incidenti-in-aumento-per-guida-distratta---la-notizia_43675184772.htm), un video dal sito de Il Sole 24 Ore (http://video.ilsole24ore.com/TMNews/2015/20150829_video_12271689/00034868-sicurezza-stradale-incidenti-in-aumento-per-guida-distratta.php) e un articolo de La Repubblica (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/09/03/alcol-e-guida-distratta-cosi-roma-e-diventata-la-capitale-dei-piratiRoma10.html).
Buona stampa. Anche se si tratta, in effetti, di cronaca, ma, purtroppo, l’argomento non ha trovato molto spazio e anche chi se n’è occupato non lo ha fatto,  mio parere, nella misura adeguata e con la volontà di approfondire l’argomento come sarebbe opportuno.
E questo è il punto sul quale intendo attirare la vostra attenzione: nel nostro Paese c’è poca consapevolezza della gravità del problema, non solo nella stampa, ma, quel che è peggio, anche a livello di autorità pubblica.
Se voi andate su Google e cercate “Distracted driving”, la seconda voce che vi viene proposta è la seguente: http://www.distraction.gov/, ossia il sito dedicato all’argomento dal Governo degli Stati Uniti. Ripeto: un sito appositamente e unicamente dedicato all’argomento.
Ripetiamo l’indagine con le parole italiane “Guida distratta” e la prima pagina che viene proposta è questa: http://www.fondazioneania.it/export/sites/fondazione/it/cosa-facciamo/attivita/progetti/la-guida-distratta/Distrazione/Abstract-Guida-distratta.pdf, ossia un rapporto, interessante (del quale, però, non si conosce l’origine e, men che meno, quando sia stato elaborato) di una fondazione privata, che fa capo all’Associazione delle società assicurative italiane. Non proprio quello che si può considerare un osservatore indipendente o un'istituzione pubblica.
Di più: nella prima pagina in lingua italiana di Google non appare nessuna istituzione pubblica, mentre quella in lingua inglese riporta, oltre a quello già indicato, altri collegamenti di origine governativa, come questo, del CDC di Atlanta: http://www.cdc.gov/motorvehiclesafety/distracted_driving/.
Poi, modificando leggermente la ricerca, potreste trovare questi link: http://www.mto.gov.on.ca/english/safety/distracted-driving.shtml (del governo provinciale dell’Ontario, Canada) e http://www.fmcsa.dot.gov/driver-safety/distracted-driving (dell’ente federale americano che si occupa di sicurezza stradale).
Se poi fate la ricerca usando “Safe driving” e “Guida sicura”, avrete delle sorprese. Mentre tra le pagine in inglese sono ancora numerose quelle di istituzioni pubbliche che offrono informazioni, a quanto pare in Italia l’argomento è di competenza esclusiva di aziende che vendono corsi in materia…
Quanto precede non basta: in Italia si è pensato bene di consentire agli uomini delle forze dell’ordine di parlare al cellulare mentre guidano le auto di servizio. Non mi pare un buon esempio e, soprattutto, non capisco le ragioni. Francamente ignoro come si regolano altrove, ma sono portato a credere che si sia scelta una strada diversa. E, in ogni caso, mi chiedo perché mai dovrebbe essere autorizzato l’uso del telefono a chi si trova su un mezzo fornito di altri sistemi di comunicazione. Che genere di conversazioni può avere al cellulare un poliziotto o un vigile urbano in servizio? Dubito che stia parlando con la centrale operativa, alla quale può collegarsi con la radio più rapidamente, oltre che in maniera più sicura.
In molte città, anche gli autisti dei mezzi pubblici sono autorizzati a guidare parlando al telefono, sia pure usando l’auricolare. Difficile immaginare che, quando li si vede parlare ridendo allegramente, siano impegnati in conversazioni di servizio e che siano al massimo della concentrazione richiesta per guidare un veicolo con decine di persone a bordo nel traffico cittadino.
E non parliamo dei guidatori di taxi, i quali non credo siano autorizzati a parlare al cellulare, ma rispettare il codice della strada è l’ultima delle loro preoccupazioni, anche perché sanno di poterla fare franca, così come accade ai normali automobilisti che usano il cellulare nei modi più pericolosi e più stupidi. E ai ciclisti e ai motociclisti, perché pochi vogliono privarsi del dubbio piacere di farsi una foto o di mandare un sms mentre sono alla guida di un qualsiasi veicolo.
Non credo esista una simile statistica, ma mi piacerebbe sapere qual è la percentuale di contravvenzioni elevate sulla base di elementi raccolti da strumentazioni automatiche (tipo telecamere o tutor) e quella di multe contestate immediatamente da vigili urbani, poliziotti e carabinieri. Mi sbilancio e dico che, secondo me, ormai prevalgono di gran lunga le prime sulle seconde. E chiunque frequenti i centri delle nostre città vede quante infrazioni vengono compiute sotto gli occhi di agenti delle forze dell’ordine che preferiscono voltare la testa dall’altra parte. Vero che oggi può essere pericoloso anche multare un ciclista che percorre un marciapiede, ma se non lo si fa diventa molto più pericolosa anche la vita dei pedoni e di chi esce dal portone di casa… E, per quanto sgradevole o rischioso, punire chi viola le regole è il loro dovere, sono pagati per farlo.
Ho divagato, torniamo al punto originario, anche perché il post si sta facendo lungo. Esiste un’altra grave dimostrazione della scarsa attenzione istituzionale che si presta in Italia al problema della guida sicura e, in particolare, dell’uso del cellulare, soprattutto quello più idiota e più imprudente che consiste nell’inviare messaggi, scattarsi foto o scrivere sui social network. Alludo alla mancanza di campagne pubblicitarie volte a dissuadere da comportamenti che costituiscono un gravissimo pericolo per sé e per gli altri. Altrove sono state fatte e anche con grande impegno, ricorrendo a immagini molto dure, probabilmente capaci, unitamente alla severità delle forze di polizia, di ridurre il fenomeno. Vi propongo un filmato tra i tanti, giusto per darvi un’idea di che cosa stiamo parlando e, se qualcuno di voi tre pensa sia saggio usare il cellulare alla guida, per indurvi a cambiare idea.
Si tratta di un video di oltre quattro minuti, estremamente crudo, realizzato nel Regno Unito nel 2009. Le immagini sono così forti che, per consentirne la visione, Youtube richiede l’autenticazione di identità. Mi sembra un errore, perché dovrebbero essere soprattutto i più giovani a rendersi conto del pericolo, comunque è disponibile liberamente una versione più breve. Ribadisco, sono immagini che possono suscitare molta impressione.


Finiamo con un ascolto musicale, e cerchiamo di cambiare atmosfera. Un brano allegro di un gruppo che, negli ultimi decenni del secolo scorso, ha prodotto alcuni eccezionali successi nel genere funk-soul, si tratta dei Commodores. Il pezzo che vi propongo s’intitola Easy. Non è del tutto fuori tema, perché, per me, è legato al ricordo di un viaggio in California nel 1977 (sic) e, in particolare, a quando guidavo gigantesche (per il metro italiano di allora e di oggi) Ford LTD II e Chevrolet Montecarlo sulle freeway di Los Angeles e sugli interminabili rettilinei autostradali in mezzo al deserto.


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