sabato 19 aprile 2014

E se i tweet avessero le gambe corte?


Ieri, oltre che della conferenza stampa di Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Renzi si è servito di Twitter per annunciare i punti salienti del decreto che abbasserà l’imposizione fiscale per i redditi medio-bassi.
Nonostante l’impegno profuso, sono restio a definire l’esito esaltante, perché le pur notevoli capacità di comunicazione di Renzi non paiono aver allontanato i dubbi sull’efficacia delle misure annunciate.
Buona stampa. Per tutti. Troverete ovviamente altri commenti, alcuni persino più critici, ma lascio che facciate un po’ di lavoro da soli.
Non c’è dubbio che sia presto per valutare l’operato di un governo nato soltanto due mesi fa, ma è altrettanto indiscutibile che il modo di procedere di Renzi suscita molte, forse troppe perplessità. Ovviamente, come chiunque abbia un po’ di buon senso, mi auguro che il Presidente del Consiglio abbia ragione perché, in caso contrario, questo paese avrebbe buttato via inutilmente altro tempo prezioso e assai difficilmente si sottrarrebbe al processo di grave declino iniziato oltre vent’anni fa.
Un declino al quale dedicano le proprie energie troppe persone incapaci di sollevare lo sguardo dai mediocri interessi di bottega su cui sono concentrati o di distoglierlo dal proprio ombelico o entrambe le cose.
Oggi, con una lettera indirizzata al Corriere della Sera (che, forse, avrebbe fatto meglio, per lui e per il nostro fegato, a non pubblicarla) il Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, certifica la sua dedizione assoluta e totale al declino del nostro paese. In realtà, al Corriere qualche dubbio devono averlo avuto, perché la lettera appare soltanto sul cartaceo, mentre l’edizione on line non la ripropone. Così sono stato costretto a far lavorare lo scanner: non mi sarei mai perdonato se non vi avessi messo nelle condizioni di godervi un pezzo come quello di Vietti. Leggete per credere…


Dubito vi serva la mia opinione, tuttavia qualche osservazione devo farla. Cominciamo dallo stile: come definirlo? Difficile riuscire senza usare parole che, per regola autoimposta, ho deciso di non usare nel blog. Voi tre, però, avete capito benissimo quanto poco mi piaccia come scrive Vietti, davvero proprio pochissimo, anzi mi fa proprio schifo. Venendo al contenuto, mi pongo due domande. Vietti è Vicepresidente del CSM dal 2 agosto del 2010, in precedenza ne era stato a lungo consigliere, poi, come deputato, ha avuto altri ruoli in materia di Giustizia: in tutto questo tempo non ha visto nulla? Doveva leggere l’intervista di Friedman alla Bonino per rendersi conto che la Giustizia civile italiana è una barca affondata da quel dì? Seconda: se, perché l’Italia possa tentare di darsi un sistema giudiziario simile a quello dei paesi civili, Vietti non sa proporre altro che la creazione di una commissione (l’ennesima), non sarebbe ora che si togliesse dai piedi?
Un’ultima sottolineatura su questo pezzo esemplare di prosa inutile e ridicola: non si scorge neppure un timidissimo accenno di consapevolezza che la magistratura è tutt’altro che estranea al disastro del nostro sistema giudiziario.
Vi ricordate il nome del partito fondato da Oscar Giannino? Lui voleva “fare per fermare il declino”. Vietti vuole accelerare e aggravare il declino. E, purtroppo, non è improbabile che ci riesca.
Buona notte e buona fortuna.

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