Sul sito LaVoce.info procede lo studio di Roberto Perotti
sui costi della nostra Pubblica Amministrazione e i numeri che vengono fuori
sono di quelli che fanno rabbrividire, soprattutto in confronto a quello che
accade in altri paesi. La puntata odierna dell’indagine è firmata anche da un
giovane ricercatore, Filippo Teoldi. Ecco il link: http://www.lavoce.info/stipendi-pubblici-costi-politica/.
Buona stampa.
Che non produrrà alcun risultato, ovviamente, visto che, a
cominciare dal Presidente della Repubblica, in chi è alla guida (si fa per
dire) dell’Italia non c’è neppure la capacità di valutare quanto sia vergognoso
il sistema retributivo dei dipendenti pubblici e quanto sia sproporzionato il
loro numero. E non parliamo di efficienza…
Il signor Presidente del Consiglio, il capo del Governo del
“fare casino”, il comunicatore del nulla Enrico Letta quando mai metterà mano a
una vera riforma della Pubblica Amministrazione? Non ci pensa neppure, su
questo metto la mano sul fuoco. E se anche ci pensasse (ma ripeto: non si fa
sfiorare neanche di striscio dal proposito di mettere un po’ di ordine nella
burocrazia italiana), avrebbe il peggior nemico nell’ufficio accanto, ossia
quello occupato dal superburocrate con vista sul Colosseo Patroni Griffi, il
quale ha già dato ampia prova di quanto sia ansioso di lasciare in pace i suoi
colleghi.
Letta può scrivere quello che vuole su Twitter, ma resta che
il suo governo è persino peggiore di quelli che l’hanno preceduto, non ha
prodotto nessun provvedimento all’altezza delle nostre pressanti necessità ed è
paralizzato dalle solite beghe politiche da strapazzo che caratterizzano questo
nostro povero Paese. E mentre Letta, Renzi, lo psiconano+barba-Mediaset, il tizio decrepito e
compagnia cantante procedono nella loro ignobile commedia, i burocrati che
impestano il governo si guardano bene dal mettere mano anche alla più timida
riforma, anzi, approfittano della situazione per produrre ulteriori deliri
legislativi che rendono sempre più difficile la vita di noi poveri cittadini.
E mentre in Italia si suona sempre questo vecchio spartito,
Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna stanno lentamente, ma sicuramente, emergendo dalla crisi. Tra poco rimarremo gli unici a poterci onorare di far parte del club dei PIGS, non proprio prestigioso per la verità, del quale erano membri anche i quattro paesi sopra citati.
Buona notte e buona fortuna.