L’ultimo post si chiudeva con queste parole, suggerite dalla
patetica vicenda delle dimissioni dei parlamentari del Pdl:
“Ecco,
vi ho annoiato con queste trascurabili storielle e, intanto, c’è qualcuno che
si preoccupa per le sue faccende personali e la servitù si adegua. E Letta
twitta e suona la campanella di Wall Street…”
Non mi cito per gratificare la mia vanità, ma per
ricordare quanto fosse già stato grave che il tizio decrepito imponesse ai
parlamentari del suo partito di consegnare le lettere di dimissioni ai
capigruppo, pretendendo da loro uno strumento per esercitare ulteriore
pressione sul Presidente della Repubblica e sul Presidente del Consiglio, dai
quali lui vorrebbe che cancellassero le conseguenze legali dei suoi
comportamenti.
E poi è arrivato sabato…
Per il momento non dico nulla di quel che penso riguardo
a quanto accaduto ieri. Mi limiterò a suggerirvi la lettura dei due editoriali
nei quali mi riconosco maggiormente tra quelli letti nei quotidiani di oggi.
Il primo è del direttore del Sole 24 Ore, Roberto
Napoletano: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-09-29/dignita-081331.shtml.
Il secondo del direttore de La Stampa, Mario Calabresi: http://www.lastampa.it/2013/09/29/cultura/opinioni/editoriali/ora-basta-pensate-al-paese-TFT0513LINfsaXeZ24LVjN/pagina.html.
Buona stampa. Per entrambi. La sola riserva è che, anche in
questa occasione, usano nei confronti del tizio decrepito un tono che ormai non
è più giustificato in alcun modo. Il tizio decrepito, con il sostegno dei suoi
più volgari scherani e dei suoi più viscidi servi (i nomi li conoscete
certamente), ha dimostrato che nulla gli interessa oltre la sua persona, che
non ha rispetto per nulla che non sia sé stesso e, forse, i suoi familiari. Non
gli dobbiamo, dunque, più nessun rispetto e mi piacerebbe che ne tenessero
conto anche Napoletano e Calabresi, sebbene il loro atteggiamento “morbido”
nasca da intenti strumentali che posso intuire e, in minima parte, arrivare a condividere.
Fine. Per ora meglio non aggiungere altro.
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