Politici convinti che governare sia lanciare proclami. Chiudevo così il post di lunedì.
Non è un male soltanto italiano, ma se c’è un proverbio che mi è sempre sembrato poco convincente è “mal comune mezzo gaudio”: in qualche misura pare favorire una mentalità rinunciataria e, aspetto direi molto italiano, esprimere la tendenza a preferire che qualcosa ci vada un po’ storto purché non vada bene neppure al vicino.
Quando poi si considera quanto siano forti le relazioni tra stati e quanto queste relazioni possano contribuire a trasmettere da una nazione all’altra gli effetti di decisioni politiche ed economiche, direi che il proverbio merita di essere messo definitivamente da parte. E che dobbiamo preoccuparci per come la politica sta abdicando al suo compito un po’ ovunque e come questa rinuncia moltiplichi i pericoli di una situazione di crisi senza precedenti come quella che stiamo vivendo.
Vediamo un paio di esempi, i più recenti: il Belgio, che rimane senza governo da oltre 500 giorni (su Repubblica di lunedì http://www.repubblica.it/esteri/2011/11/21/news/belgio_di_rupo_rinuncia_il_paese_ancora_senza_governo-25371269/ e ieri sul Corriere http://archiviostorico.corriere.it/2011/novembre/22/agonia_infinita_del_Belgio_Rupo_co_9_111122010.shtml), e gli Stati Uniti, dove da mesi non si riesce a individuare quali misure adottare per rimettere ordine nel bilancio federale (La Stampa lunedì http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/430979/ e il Corriere ieri http://archiviostorico.corriere.it/2011/novembre/22/Naufraga_supercomitato_sul_deficit_America_co_8_111122017.shtml).
Buona stampa.
L’elemento comune alle due vicende lo vedo nel fatto che i politici non riescono a produrre il risultato auspicabile (formazione di un governo e sistemazione dei conti nazionali) per il timore che la decisione possa ledere qualche interesse della loro base elettorale e, quindi, tradursi, alle prime elezioni, in una sconfitta. Che è poi esattamente la ragione che sta impedendo di affrontare in maniera decisa il problema dei debiti sovrani nell’ambito dell’Unione Europea (su questo specifico punto, in particolare riguardo a Sarkozy, ottima Cerretelli sul Sole 24 Ore di ieri http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-22/guai-monti-italia-fanno-063552.shtml?uuid=AaFXyVNE&fromSearch) e che, per mesi prima che si risolvesse a passare la mano, ha trattenuto il Governo Berlusconi dall’assumere alcune delle misure drastiche indicate dalla BCE per fronteggiare le ragioni interne delle nostre difficoltà finanziarie.
Buona stampa.
Se andiamo sulla Treccani on line (http://www.treccani.it/enciclopedia/leadership/) troviamo la seguente definizione della parola inglese leadership: Funzione e attività di guida, sia con riferimento a individui od organi collegiali in quanto dirigano un gruppo o un'impresa sia, in senso politico-sociale, con riferimento a un partito o a uno Stato. Nell'ambito dei processi di socializzazione secondaria, designa il potere d'influenza riconosciuto al membro di un gruppo, capace di condizionare le decisioni degli appartenenti.
Siamo sicuri che non prendere decisioni perché preoccupati delle conseguenze elettorali delle medesime dimostri capacità di leadership? Funzione e attività di guida… I pastori, purtroppo, ormai vanno dietro al gregge.
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