Parliamo di banche, italiane principalmente, ma non solo.
Abbiamo due gruppi su cui riflettere. Da un lato le quattro situazioni fallimentari conclamate: Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti. Dall’altro i due casi veneti, quelli di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, che non sono in condizioni di insolvenza, ma non godono certo di buona salute e devono effettuare pesanti ricapitalizzazioni per ristabilire adeguati parametri patrimoniali e per far fronte al gravoso fardello dei crediti inesigibili emersi con la nomina dei nuovi vertici aziendali.
Buona stampa. Sapete quanto ammiro lo stile giornalistico anglosassone, questo è un ulteriore esempio del modo essenziale, lineare, chiaro con cui viene affrontata qualsiasi questione, andando al sodo, senza arzigogolare come, purtroppo, fanno spesso i giornalisti italiani.
Non è frequente che le due maggiori potenze economiche
mondiali vivano quasi contemporaneamente il rinnovo delle principali cariche
statali. E’ quanto accadrà nei prossimi giorni, quando Stati Uniti e Cina
procederanno, ovviamente con modalità del tutto diverse, a nominare le persone
che le guideranno nell’immediato futuro. Sia la Cina che gli Stati Uniti
risentono, con peso differente, della crisi mondiale e il divergente andamento
delle loro economie influisce anche nel complesso rapporto finanziario che si è
instaurato negli ultimi anni, quando la nazione asiatica ha assunto il ruolo di
primo creditore degli Usa.
Il supplemento culturale del Corriere, La Lettura, dedica la
propria attenzione alla Cina e lo fa con due articoli, il primo, caratterizzato
da una visione ottimistica, è firmato dal corrispondente da Pechino Marco Del
Corona, il secondo, che propone un’opinione critica e pessimista, è scritto da
Federico Fubini, esperto di economia internazionale. Ecco il link: http://lettura.corriere.it/debates/la-cina-vince-la-cina-perde/.
Buona stampa. Per entrambi, anche se io sono più portato a
condividere le idee di Fubini. Il che non aiuta certamente a guardare al futuro
con lenti rosa. In realtà, la maggiore economia del mondo sarebbe l'Unione Europea, solo che, per l'appunto, è un'economia, non una nazione (e Dio sa quanto sarebbe meglio se fosse anche una nazione).
Meglio cambiare argomento e dedicarsi alla musica, che ho un po’ trascurato nei post più
recenti. Continuo a proporvi più versioni del medesimo brano. Questa volta si
tratta di un pezzo degli anni Sessanta, senz’altro il più celebre di un gruppo
inglese che i diversamente giovani (sempre copyright Gramellini) ricordano
senz’altro: Procol Harum (http://it.wikipedia.org/wiki/Procol_Harum).
Il brano è A Whiter
Shade of Pale che è stato successivamente interpretato da tanti celebri
musicisti.
Cominciamo con la versione originale del 1967 dei Procol
Harum.
Proseguiamo con quella di una voce leggendaria del rock
inglese, Joe Cocker, dal vivo a Berlino nel 1980. Sembra aver bevuto qualche birra di troppo, ma è sempre Joe Cocker.
Poi ascoltiamo quella strumentale e piuttosto particolare,
eseguita dal vivo da King Curtis (http://en.wikipedia.org/wiki/King_Curtis),
sassofonista, non molto famoso in Italia e assai poco longevo, che ha percorso vari generi musicali.
Finiamo, ma potrei continuare, con una splendida voce
femminile, quella di Annie Lennox. E anche con lei non ci siamo mossi dalla
vecchia Inghilterra.
Esiste una famosa cover italiana, intitolata Senza Luce e interpretata dai Dik Dik. Io, però, non riesco farmela piacere quanto queste versioni in inglese.