Monocromo - Marzo 2016
Acrilico su carta e carta colorata
Un post relativamente breve, su un tema che so suscitare interesse (e anche, eufemismo, irritazione) in molti italiani. Parlo del mancato rispetto della riservatezza e dell’invadenza da parte di aziende che vogliono vendere prodotti e servizi per mezzo del telefono.
A mio parere l’abuso del marketing telefonico è una circostanza che rivela con evidenza quanto sia inefficace l’azione delle autorità di controllo nel nostro paese.
Leggiamo un paio di pezzi per capirne un po' di più. Ho scelto un articolo da La Repubblica e uno da Lettera 43, ecco i collegamenti: http://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2016/06/28/news/privacy_la_battaglia_del_garante_per_difendere_la_liberta_degli_utenti_dai_colossi_del_web_e_da_nuovi_rischi_di_grande_frat-142977835/?ref=search e http://www.lettera43.it/politica/privacy-1700-violazioni-nel-2015_43675251467.htm.
Ascoltato in Parlamento, il presidente dell’Autorità Garante della Protezione dei Dati Personali, Antonello Soro (ricordate? era capogruppo alla Camera del PD qualche anno fa, poi gli hanno dato un’altra poltrona), si concentra molto sulle mancanze dei fornitori di connessione alla rete e di altri servizi tramite internet, della qualità e della quantità delle informazioni sulla nostra attività on line che conservano. Considerazioni che lasciano il tempo che trovano, giacché risulta abbastanza difficile contrastare sul serio, se necessario, l’operato di strutture come Google o Facebook. Meno concentrato appare Soro riguardo al problema che i nostri numeri di telefono (anche se non appaiono in nessun elenco, come quelli dei cellulari) siano nella disponibilità di (quasi) chiunque e che vengano usati per tempestarci di telefonate. Quasi si sorprende che nei primi mesi del 2016 si sia registrato un aumento di segnalazioni da parte di cittadini che non ne possono più di chiamate che, a ogni ora del giorno e anche della notte, arrivano dai fornitori di beni e servizi di ogni tipo, anche se energia e telefonia credo prevalgano.
Rassicurante. Il Dottor Antonello Soro, medico specialista in dermatologia, intuisce che probabilmente esiste un uso scorretto degli elenchi telefonici e dei numeri. Suggerisce anche di istituire un Registro delle Opposizioni (evidentemente quello messo in opera anni fa non è servito a gran che) grazie al quale potremo chiedere, per la seconda volta, di non essere mai destinatari di telefonate con obiettivi commerciali.
Vedremo quando questo proposito troverà effettiva messa in pratica. Io, che sono sospettoso (e solo ed esclusivamente in questo seguace del pensiero andreottiano), valuto il fatto che Il Sole 24 Ore non abbia dato spazio all’audizione parlamentare di Soro. Guarda caso il giornale della Confindustria non ritiene di occuparsi di una questione in cui, con ogni probabilità, tra coloro che non rispettano la riservatezza degli italiani ci sono alcuni dei suoi maggiori soci. Quanto tempo impiegheranno le lobby interessate a non rispettare la nostra privacy a imbrigliare, ammesso che ci sia veramente, la volontà di contrastare il loro operato annunciato dal Presidente della Autorità Garante della Protezione dei Dati Personali?
Intanto, questo mirabile esempio di tutela dei diritti dei cittadini, continua a difendere la privacy dei numeri di telefono che abbiamo chiamato, che le compagnie telefoniche ci impediscono di vedere in chiaro nelle fatture o nei loro siti. Accidenti, non vorrete che si violi la riservatezza di coloro ai quali abbiamo telefonato? Va rispettata rigorosamente, come quella di coloro che ci assillano per venderci qualcosa, i cui numeri, ma guarda un po’, sono quasi sempre oscurati o, se in chiaro, quando si prova a richiamarli, risultano irraggiungibili. Loro sanno chi siamo noi. Noi, il più delle volte, neppure possiamo sapere chi ci chiama. E di imporre a chi chiama di rendersi pienamente riconoscibile il Dottor Soro, dermatologo, non sembra preoccuparsi.
Nella guerra in difesa della musica, oggi ho scelto un brano di classica: Le Cantique de Jean Racine, composto da Gabriel Fauré ed eseguito da membri dell’Orchestra Nazionale di Francia diretti da Laurence Equilbey.
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