L’articolo di fondo del Corriere di mercoledì era firmato da
Sergio Rizzo, il Mastino truce, che ha pensato bene di ripercorrere (negli ovvi
limiti di spazio) per tutti noi la vicenda di Alitalia dal 2008: http://www.corriere.it/economia/14_giugno_04/ali-indebitate-memorie-corte-e7df472e-eba6-11e3-85b9-deaea8396e18.shtml.
Buona stampa.
Anche a chi ne serbava un ricordo nitido (ed io mi considero
nel mazzo) la ricostruzione di Rizzo era più che sufficiente a mandar di storto
la giornata. Politici, sindacalisti e sedicenti imprenditori e manager italiani
hanno dato il peggio di loro, e non è cosa da poco, nella gestione di Alitalia.
Stavo ancora cercando di digerire quel boccone indigesto
quando sui siti dei quotidiani hanno iniziato a filtrare le notizie sul fiume
di danaro pubblico che, secondo i magistrati veneziani, anziché servire a
realizzare il MOSE, ha trovato altri impieghi non propriamente connessi
all’opera.
Ovviamente sono tutti innocenti sino a sentenze passate in
giudicato, ci mancherebbe! Eppure… eppure, per quanto disistima si possa
nutrire per la magistratura italiana, sembra difficile pensare che abbiano costruito
un ennesimo teorema.
Leggete, dovunque, scegliete voi i quotidiani, ma leggete.
Neppure negli angoli più putrefatti della laguna veneziana si annusa il lezzo
che viene fuori da questa storia.
E leggete anche i commenti dei politici, sia quelli
coinvolti sia quelli che non c’entrano. Roba da far accapponare la pelle.
Due per tutti.
In primis,
Giancarlo Galan, quello che, per servirsi del barbiere a buon mercato di
Montecitorio, si faceva prestare la tessera di riconoscimento da Giustina
Destro (e, ovviamente, i poco pagati commessi della Camera dei Deputati non si
accorgevano che non si trattava della stessa persona), non ha trovato di meglio
da fare che tentare di sminuire il valore delle testimonianze su di lui.
Bastava che presentasse le contabili dei bonifici effettuati per pagare i
lavori di ristrutturazione della sua villa di Cinto Euganeo… Sempre che non
siano stati effettuati a sua insaputa.
Il secondo è niente di meno che il Ministro dell’Interno,
Angelino Alfano, il quale si è preoccupato di sottolineare la differenza di
trattamento carcerario tra il Presidente del Consiglio Regionale della
Campania, membro del suo partito e arrestato prima delle elezioni europee (ma
tu guarda questi magistrati, proprio maleducati!), e alcuni politici coinvolti
nella vicenda del MOSE.
E già, il problema è proprio questo. Il fatto che non tutti
quelli beccati con le dita nella marmellata finiscono al fresco…
Forse Alfano farebbe meglio a leggersi questo articolo di
Gian Antonio Stella dal Corriere di ieri: http://www.corriere.it/cronache/14_giugno_05/trentuno-anni-costi-quadriplicati-quando-diremo-basta-mazzette-ca7293c2-ec6d-11e3-9d13-7cdece27bf31.shtml.
Buona stampa.
Buona notte e buona fortuna.
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