Come un qualsiasi esponente della classe dirigente italiana
mi rimangio quel che ho detto e torno a occuparmi di politica. Beh… non sono
proprio come quelli che ci guidano (ci guidano?).
In effetti mi limito a suggerirvi caldamente la lettura
dell’articolo di Milena Gabanelli sul Corriere di oggi: http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/tutto-quello-che-non-ha-fatto-politica-noi-faremo/df04e168-71ad-11e3-acd7-0679397fd92a.shtml.
Buona stampa. Anzi di più. Come spiega il titolo di questo
post, ne condivido anche la punteggiatura. E sono forse anche un po’ innamorato
di lei. Scherzi a parte, la considero una dei migliori giornalisti italiani
(uomini e donne) e una vera risorsa per il paese.
Dopo aver letto un articolo come quello di Gabanelli, voi
tre starete già immaginando che chiuda cedendo al mio irrimediabile pessimismo.
E invece, molto a fatica lo riconosco, provo a dare a voi, e prima ancora a me
stesso, una spinta non già all’ottimismo (come potrei?), ma alla combattività.
Una bella canzone malinconica che invita a non arrendersi. Si tratta di Don’t give up, che Peter Gabriel ha scritto e
interpretato per la prima volta con Kate Bush (http://en.wikipedia.org/wiki/Don%27t_Give_Up_%28Peter_Gabriel_and_Kate_Bush_song%29). Le parole le potete trovare qui: http://www.azlyrics.com/lyrics/petergabriel/dontgiveup.html.
Come molti brani belli e di successo, anche questo è stato
interpretato da altri artisti. Io l’ho riscoperto nell’esecuzione di Pink e
John Legend nell’album The Imagine
Project di Herbie Hancock (http://en.wikipedia.org/wiki/The_Imagine_Project),
che mi sembra giusto proporvi.
Auguri.
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