Sul Corriere di oggi ho trovato un articolo dedicato alla
diffusione del doping tra i ciclisti dilettanti siciliani. Sfortunatamente non
è disponibile on line. Una delle vicende descritte nel pezzo, tuttavia, l’ho
ritrovata in un blog: http://blog.cyclingpro.it/2013/06/27/sicilia-dopata-succedono-cose-dellaltro-mondo/.
Esatto: cose dell’altro mondo. Pura follia. Gente che si
riempie di sostanze chimiche pericolose per vincere gare amatoriali di
ciclismo. E la cosa non succede soltanto in Sicilia, come spiega
quest’articolo de La Repubblica del 22 Marzo 2013: http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2013/03/22/news/doping_ciclismo_amatoriale-55149811/.
Se pensate che vi darebbe sollievo sapere che il fenomeno
esiste anche altrove, allora leggete questo articolo pubblicato nel luglio
dello scorso anno dal New York Times: http://www.nytimes.com/2012/07/28/sports/cycling/doping-in-cycling-reaches-into-amateur-ranks.html?_r=0.
Oppure questo post, ancora precedente, da un blog americano che si occupa di
ciclismo: http://303cycling.com/How-Wide-Spread-is-Doping-in-the-Amateur-Cycling.
Da qui, se vorrete, potrete navigare verso altri articoli. Io l'ho fatto, ma adesso mi fermo.
Buona stampa. Anche per i blogger: non vale per tutti, ma
molti di loro fanno un lavoro prezioso e diffondono notizie che, in molti casi,
avrebbero una propagazione assai inferiore.
Come commento, aggiungerò solo che, se ricordo bene, ho già detto
di non condividere affatto l’affermazione che un male comune è un mezzo
gaudio. Di tutti i proverbi, mi sembra uno dei più stupidi. E tanto più stupido
mi sembrerebbe evocarlo in questo caso.
E non trovo neppure così divertente leggere come un terzo
degli iscritti a una gara siciliana si sia dato alla macchia quando ha saputo
della presenza dei Nas. Mi fa sorridere soltanto a denti stretti.
Lo stesso sorriso che mi procura sapere che Giulio Tremonti
si starebbe rappacificando con il tizio decrepito, dal quale si era allontanato
a fine 2011, dopo la caduta del governo di cui erano stati i due principali
esponenti (la gerarchia sostanziale non venne mai veramente chiarita). Non fu
una separazione amichevole, proprio no. Ricordo interviste e commenti in cui
3Mounts si era tolto dalle scarpe quelli che lui considerava sassolini, usando
il suo stile così garbatamente ironico, mai sprezzante… Il tizio decrepito,
come accade spesso, aveva risposto per interposti valletti, affidando a loro il
compito di ricambiare adeguatamente la sostanza maleodorante scagliata da
Tremonti.
E alle elezioni dello scorso febbraio, 3Mounts si era candidato
altrove, rimanendo, però, isolato in conseguenza delle disavventure dell'amico Bossi.
Ora, presumo con la curatissima chioma cosparsa di cenere,
ha dovuto percorre la strada verso la sua Canossa (Arcore), dove non è stato
neppure invitato a una cena elegante. Cosa non si deve fare per tornare in
pista e riconquistare il potere sì bello e perduto?
E mi sa che il cammino sarà ancora lungo e duro, reso tale
dall’ansia di rivalsa che sicuramente anima tanti dei suoi, forse non più ex,
compagni di partito. Potete immaginare quanto starà strepitando Brunetta per
allontanare il possibile ritorno del suo peggiore concorrente? Starà agitando
le manine per scacciare il suo incubo più spaventoso. Io mi fermo qui: lascio al
vostro piacere individuale fantasticare, e trovare conferme nei quotidiani, sulle reazioni dei tanti che,
nel tempo, avevano dovuto ingoiare i piatti disgustosi allestiti da Tremonti,
di cui tutto si potrà dire, tranne che non sia perfido.
Anzi, no, aggiungo qualcosa. Chissà come la prenderanno in Europa se e quando
il bleso della Valtellina dovesse tornare a frequentare gli altri ministri
dell’Economia? Dubito che siano ansiosi di ascoltare altre sue saccenti
lezioncine impartite con quella voce stridula.
Al Ministero dell’Economia, invece, gli scansafatiche
saranno felici: sai mai che il vecchio 3Mounts non riprenda a pagare l’affitto
a loro insaputa… Studiare contratti, controllarne la congruità, verificare
bonifici… Tutte rotture di scatole. Vuoi mettere un Ministro che paga al suo
braccio destro l’affitto in contanti e senza dir nulla a nessuno?
E Josefa Idem è stata costretta a dimettersi; giusto, per
carità, ma vogliamo fare i debiti paragoni…
Venendo a cose più serie, o forse neanche tanto, confermo i
miei dubbi sul governo guidato da Enrico Letta. Probabilmente non potrebbe fare
niente di diverso, ma finora si sono sentite molte parole e visti assai pochi risultati
concreti. Anche le misure sulle assunzioni dei giovani, a quanto pare, non
sembrano andare poi così in là, al contrario, come spiega Tito Boeri sul sito
laVoce.info: http://www.lavoce.info/la-leggenda-dei-200mila-nuovi-posti-di-lavoro/.
Buona stampa.
Per concludere in bellezza, posso soltanto servirmi della
musica. Questa sera torniamo al jazz, con un musicista fortunatamente molto
longevo e molto fertile: Abdullah Ibrahim, precedentemente noto come Dollar
Brand (http://en.wikipedia.org/wiki/Abdullah_Ibrahim).
Una carriera di oltre cinquant’anni, ricca di straordinarie esecuzioni.
Vi propongo tre ascolti.
Water From an Ancient
Well dall’album omonimo del 1986 (http://en.wikipedia.org/wiki/Water_From_an_Ancient_Well).
Passiamo a Desert Air,
dal disco Desert Flowers del 1991.
Infine uno dei miei brani preferiti: Maraba Blues, tratto da Cape
Town Flowers del 1997.
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