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mercoledì 14 ottobre 2015

Un Nobel saggio

Giangiacomo Schiavi è uno dei vicedirettori del Corriere della Sera. Scrive prevalentemente di vicende milanesi e lombarde, il che, ovviamente, spiega perché sia lui, oggi, ad affrontare la questione dell’arresto del vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani. E lo fa, tra l’altro, sottolineando come si trattasse della persona sbagliata per quell’incarico. Ecco il collegamento al pezzo di Schiavi: http://www.corriere.it/opinioni/15_ottobre_14/verdetto-buon-senso-non-doveva-arrivare-fin-li-580b2de0-7230-11e5-b015-f1d3b8f071aa.shtml#.
Buona stampa. Riprendo un passaggio che mi pare essenziale: “È difficile spiegare, a chi non ha attenuanti se sbaglia una lettera su un modulo fiscale o non viene perdonato se paga un bollettino in ritardo, che un politico, un pubblico ufficiale che dovrebbe essere al servizio della comunità, «ha una propensione alla violazione delle regole», trucca le aste, briga per gli appalti, usa i suoi poteri per interessi personali, traffica per sistemare i suoi sodali. È difficile chiedere il rispetto delle regole se chi dovrebbe dare l’esempio è il primo a violarle, facendo prevalere attraverso il potere della carica il particulare di guicciardiniana memoria, ostentando perfino il proprio conflitto di interessi (Mantovani è il fondatore della Cooperativa Sodalitas, che si occupa di residenze per anziani).

sabato 27 giugno 2015

Il peggio del passato davanti a noi


Fra poco più di due mesi, il 28 agosto, cadrà il 52° anniversario di un momento di grande rilievo nella storia (relativamente) recente degli Stati Uniti d’America. Il 28 agosto 1963, al Lincoln Memorial di Washington, D.C., un uomo tenne un discorso che, chiunque abbia a cuore i principi delle democrazie occidentali, dovrebbe, se non sapere a memoria, almeno tenere a portata di mano per rileggerlo molto spesso.
I am happy to join you today in what will go down in history as the greatest demostration for freedom in the history of our nation.