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giovedì 28 giugno 2012

Il comunismo alle porte della City


Speriamo che il 2 a 1 non renda ancora più ostinata la Signora Merkel… Persino dalle parti di Berlino cominciano a dubitare del suo oltranzismo. Vedremo in questo fine settimana se, finalmente, l’Europa riuscirà a dimostrare di essere qualcosa di più di un ectoplasma.
Non sarà affatto facile, ma tant’è, questo abbiamo e, per il momento, questo dobbiamo tenerci. Alludo ai governanti della Uem, ovviamente.
Parliamo di banche. Di due banche: una inglese, Barclays, e una americana, J.P. Morgan Chase. Colossi che stazionano da tempo ai vertici delle graduatorie mondiali. Non il credito cooperativo sotto casa…
La prima si è beccata una condanna congiunta dalle autorità di controllo americane e inglesi per aver manipolato il tasso Libor, un tasso di riferimento fondamentale del mercato interbancario. Quel tempio del pensiero comunista, antiliberista e anticapitalista del Financial Times dedica un pezzo interessante alla questione: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/24ee82f4-c12b-11e1-8179-00144feabdc0.html#axzz1z7iTtOxv.
Buona stampa.
Sarei curioso di sapere cosa ne direbbe Piero Ostellino, il nipotino prediletto di Adam Smith in Italia (lo pensa lui, Adam Smith, probabilmente, preferirebbe non avere parenti).
E veniamo alla seconda banca. J.P. Morgan sembra aver lasciato sul tavolo delle scommesse ben più dei 2 miliardi di dollari di cui siamo venuti a conoscenza alcune settimane fa. Lo dice il New York Times: http://dealbook.nytimes.com/2012/06/28/jpmorgan-trading-loss-may-reach-9-billion/?ref=business.
Buona stampa.
Ora, noi possiamo anche stringere la cintura dei pantaloni. E possiamo anche invocare tutti i difetti del pensiero di Keynes, oltretutto applicato maldestramente, per deprecare la cosiddetta crisi del debito. Mi pare, tuttavia, che ci sia molto da fare per rimettere ordine nei mercati e nel mondo delle transazioni finanziarie, quelle che contano, non le nostre modeste compravendite di Bot e di azioni. Alle volte, sai mai?, potrebbero avere ragione anche quei comunisti sfegatati del Financial Times. 

domenica 18 marzo 2012

Monsignor Marcinkus è sempre là


Poco tempo anche oggi, quindi solo poche righe e un articolo, ma di quelli che fanno rizzare i capelli, non importa quanti ne abbiate...
Donatella Stasio, sul Sole 24 Ore di oggi, ci aggiorna sul fatto che, a quanto pare, il fantasma di Monsignor Marcinkus fatica a lasciare le stanze dello I.O.R. e che la “banca vaticana” si è adeguata con tale fermezza alle normative internazionali sul riciclaggio da indurre una delle principali istituzioni finanziarie del mondo  a chiudere il conto in essere con la loro filiale di Milano perché non riesce a ottenere le informazioni previste da quelle medesime normative. Mi sembra anche piuttosto ironico il fatto che J.P. Morgan Chase sia la banca in cui è confluita la Chase Manhattan Bank che, a suo tempo, si era offerta di sostenere il Vaticano (per qualsiasi cifra) nel far fronte agli impegni derivanti dai legami tra I.O.R. e Banco Ambrosiano di Calvi. Ecco il link dell’articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-03-18/morgan-chiude-conto-143759.shtml?uuid=Ab3kcCAF.
Buona stampa.
Non so come si scaccino i fantasmi, ma forse il Vaticano dovrebbe procurarsi qualcuno capace di rimuovere sul serio le pesanti incrostazioni che ancora impediscono allo I.O.R. di adeguarsi alle regole che segue qualsiasi banca del mondo che non intenda favorire il malaffare (oltre che rispettare il dettato della autorità monetarie). Un obiettivo al quale, se non sbaglio, un’emanazione diretta della Chiesa Cattolica dovrebbe aspirare più di qualsiasi altra istituzione.