domenica 24 luglio 2016

Chi paga per le loro parole e per i loro silenzi?

Lo spunto lo prendo da un aggiornamento sulla situazione di MPS.
Il Sole 24 Ore di ieri ha pubblicato un articolo di Luca Davi nel quale si mettono in evidenza le difficoltà tecniche che la banca senese sta incontrando per ottenere che le autorità di vigilanza europee approvino il suo piano di cessione di crediti in sofferenza e lo schema di aumento di capitale. Ecco il collegamento: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-07-22/vigilanza-bce-fredda-piano-mps-230411.shtml?uuid=ADSLwmw.
Buona stampa. Osservate come, al momento, non ci sia nessun segno che da Francoforte arriverà il nulla osta necessario per mettere in sicurezza Banca MPS. Al contrario, il silenzio delle autorità di vigilanza indurrebbe a pensare che permangano dubbi sul progetto presentato dai vertici della banca italiana.
Opinione che trova conferma indiretta nelle pressioni esercitate su UBI, una delle maggiori e, allo stato attuale, più solide banche italiane, affinché assorba MPS. Pressioni da parte della politica e della vigilanza nazionale. La notizia era già apparsa su La Stampa del 9 luglio in un articolo di Alessandro Barbera (http://www.lastampa.it/2016/07/09/economia/il-tesoro-riapre-il-dossier-ubi-per-le-nozze-con-montepaschi-eAjHgOP5SA12mb9ThWFk0L/pagina.html) e ha trovato spazio oggi sul Corriere della Sera in un pezzo di Nicola Saldutti (http://www.corriere.it/economia/16_luglio_24/mps-pressing-l-intervento-dell-ubi-l-ipotesi-un-aumento-25-miliardi-cc68d7a0-5169-11e6-a1bb-4fa8da21b0a1.shtml).
Buona stampa. Francamente si resta sconcertati di fronte all’atteggiamento del governo e della Banca d’Italia, i quali hanno trascurato per mesi le condizioni critiche di Banca MPS (anzi, ne parlavano “un po’ ottimisticamente”, come ho ricordato ieri) e ora, di fronte a una situazione aggravatasi anche per la loro sostanziale inattività, vorrebbero scaricare il peso della banca senese sul bilancio di UBI, certamente più solida, ma difficilmente in grado di sostenere un così pesante fardello, soprattutto se le autorità europee porranno condizioni diverse da quelle prospettate nel piano che, nel loro tardivo e velleitario intervento, governo e Banca d’Italia hanno affannosamente messo insieme.
La storia non insegna nulla. Ricordavo giorni fa come Unicredit paghi ancora lo scotto della fusione con Banca di Roma, alla quale fu di fatto costretta dalla pressione della banca centrale (la cosiddetta moral suasion). Tra le cause del malessere di MPS, come ho già scritto fino alla noia, va messa l’acquisizione di Antonveneta, che le autorità italiane avrebbero potuto (e dovuto) impedire.
Lo scrivo senza esitazioni: se il governo e la Banca d’Italia imporranno al gruppo UBI di assorbire la banca senese dovrebbero essere portati in tribunale dagli azionisti della banca bergamasca e anche dai semplici cittadini perché sarebbe un’operazione che distrugge ricchezza, sia privata che collettiva. E’ ora di pretendere che chi amministra male il paese paghi il conto delle proprie inadempienze e dei propri errori. 
Forse, però, sbaglio… MPS è un gran bell’affare. Chissà perché l’amministratore delegato di UBI, Victor Massiah, si ostina a non condividere l’opinione del Presidente del Consiglio e rimane così contrario all’operazione? Non sono sicuro, ma sospetto che a indurre Massiah alla prudenza sia il fatto che, nel caso commettesse un errore, lui potrebbe essere chiamato a rispondere in tribunale del suo operato, diversamente da quanto accade ai politici e ai funzionari delle autorità di controllo, sostanzialmente immuni da responsabilità.
Abbiamo avuto quattro banche fallite (Carife, CariChieti, Banca Etruria e BancaMarche) e due (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) mantenute (temporaneamente?) in vita a carico del sistema bancario e di pochi altri soggetti, tra cui fondazioni bancarie e Cassa Depositi e Prestiti. Le prime come le seconde hanno venduto nel paese titoli obbligazionari e azionari che hanno procurato gravi perdite ai risparmiatori senza che Banca d’Italia e Consob facessero minimamente sentire la propria voce. 
In una situazione simile, dove le autorità di controllo fanno in maniera insoddisfacente il proprio lavoro, anche chi può vantare una conoscenza sufficiente della materia finanziaria finisce per subire le conseguenze dell’agire della politica e della pubblica amministrazione. In una situazione simile parrebbe, dunque, inutile lamentare la modesta preparazione dei cittadini italiani in materia finanziaria.
In realtà non è affatto così. Possedere dimestichezza con la finanza è e sarà sempre più indispensabile. Come ho sostenuto altre volte, solo preparazione e informazione consentono di individuare le forme d’investimento più adatte a ciascuno di noi e di valutare i suggerimenti e le proposte di eventuali consulenti e promotori (e anche le affermazioni poco o nulla fondate dei politici).
Gli strumenti disponibili sono molti. E ci sono alcune persone che condividono la propria cultura finanziaria, come Roberto Plaja, il quale nel proprio blog offre testi che aiutano a comprendere come muoversi nel mondo degli investimenti. Due giorni fa, ad esempio, ha pubblicato questo post: http://www.theboxisthereforareason.com/2016/07/21/i-tre-contenitori-della-salvezza/.
Si tratta di un breve, ma denso, passaggio nel dialogo che Roberto intrattiene con noi, redigendo settimana dopo settimana, in italiano e inglese, un vero e proprio manuale di finanza personale. La qualità del suo lavoro è tale che, da circa un mese, i suoi pezzi appaiono anche su ilpost.it, uno dei migliori siti di informazione indipendente italiana: http://www.ilpost.it/robertoplaja/2016/07/23/unidea-pratica-per-organizzare-le-finanze/.
Buona stampa. Adesso posso senz’altro dire così!
Oggi, dopo la citazione cinematografica di ieri, ritorno alla musica. Vi propongo due versioni di uno dei più celebri brani composti da Joe Zawinul (https://it.wikipedia.org/wiki/Joe_Zawinul), il tastierista dei Weather Report. Il pezzo, famosissimo, s’intitola Birdland. La prima versione è quella dal vivo dei Manhattan Transfer, straordinario gruppo vocale.


La seconda, pure dal vivo, è dei Weather Report, all’inizio della quale potrete apprezzare il dialogo tra il basso di Jaco Pastorius e il sassofono di Wayne Shorter. Memorabile.


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