Non sono certo il solo al quale l’Unione Europea oggi evoca l’immagine di un castello di carte. I miei dettagli sono che il castello è stato spostato su un tavolo all’aperto, esposto alla bora o al maestrale, e che diverse mani si affannano a sfilare quante più carte possibile dalle strutture inferiori. E sono mani sulle quali sono disegnate bandiere di tutte le nazioni appartenenti all’Unione (e anche di paesi che non ne fanno parte, aggiungo). Quello che lascia senza fiato è la determinazione con cui si continua questo gioco autodistruttivo, alla fine del quale, sotto le macerie dell’Europa politica, resterà un’Europa geografica dove riemergeranno i fantasmi del passato, quelli peggiori.
Quello che succede in Italia e nel mondo, come ne parla la stampa e quel che ne penso io. Con attenzione per politica, economia e finanza.
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martedì 26 gennaio 2016
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