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venerdì 1 marzo 2013

Alla fiera del Senato, per tre soldi...


Sono numerose le pagine dei giornali e delle agenzie on line che si occupano della questione dei soldi che il tizio decrepito avrebbe versato a Sergio De Gregorio (allora senatore (sic!) dell’Idv) perché cambiasse casacca e facesse, insieme ad altri, mancare la fiducia al governo Prodi.
Questa vicenda mi sembra un monumento al degrado cui è arrivato il nostro paese. Un degrado al quale hanno contribuito in tanti, ma il tizio decrepito mi pare aver lavorato più sodo di altri.
Per la verità, da tempo si sospettava qualcosa, però io sono tanto tonto da non aver immaginato che la faccenda fosse così… così...
Ci sono indagini in corso e il quadro è probabilmente destinato a cambiare, quindi cerco di limitarmi ai fatti certi. 
Sottolineo un passaggio: Dal luglio 2006 fino al marzo 2008, il Cavaliere ha versato tre milioni a De Gregorio. Un milione, "in chiaro", è giustificato da un accordo federativo "tra Forza Italia e il mio movimento Italiani nel mondo". Altri due versati "in nero" e depositati sui conti del senatore.
Sorvolo, sempre per restare ai fatti assodati, sui due milioni versati in nero, però voi potete approfondire: la materia è interessante e torna in scena la nostra vecchia conoscenza Valterino Lavitola. Ma vi domando e mi domando: è possibile che, in base a un accordo federativo, un partito possa pagarne un altro così da farlo passare dalla maggioranza all’opposizione? Io resto senza parole. Anzi no, vi e mi chiedo: in quale altro paese (supposto) civile può accadere una cosa simile?
Che il milione (MILIONE) di euro sia passato da Forza Italia al partito di De Gregorio è assodato, tant’è che lo stesso avvocato del tizio decrepito, Niccolò Ghedini, lo conferma indirettamente sostenendo di non sapere chi abbia versato gli altri due. Lo dice in un video del Corriere della Sera, per la verità tanto disturbato da risultare poco comprensibile: http://video.corriere.it/ghedini-de-gregorio-bisogna-vedere-dove-arrivano-quei-due-milioni/f588bed8-8260-11e2-b4b6-da1dd6a709fc. Sembrerebbe confermato, dunque, che anche Ghedini dia per scontato che il milione di euro “in chiaro” sia stato versato. Non sa chi avrebbe pagato gli altri due. Che dire? Mi sorprenderebbe se dicesse di saperlo…
Ripeto: questa storia è un monumento al degrado della politica italiana.
E, forse, sarebbe il caso che il tizio decrepito ne parlasse meno, visto che le sue affermazioni sono state smentite, direi anche con sorprendente eleganza, da De Gregorio:
Ho il voltastomaco. Per la storia in sé e anche per altro. Provo a essere (come da motto) estremamente conciso: questo squallido mercato avveniva con passaggio di soldi pubblici mentre l’Italia già si avvitava in una crisi della quale oggi si vedono le drammatiche conseguenze. E coinvolgeva organizzazioni e persone che avrebbero dovuto preoccuparsi degli interessi dei cittadini. Penso di aver detto tutto quel che serve…

domenica 29 luglio 2012

Un po' per farvi arrabbiare, un po' per distrarvi


Scommettiamo che ci vuol poco per guastarvi questa calda domenica di fine luglio? O, per dir meglio, per guastarla a quei pochi che vorranno perdere tempo con i miei suggerimenti.
Cominciamo dalle più recenti statistiche sulle presenze dei deputati nel corso delle votazioni di Montecitorio.
Ho trovato la notizia sul Corriere della Sera e, per curiosità, sono andato a cercarla anche sui siti degli altri principali giornali italiani, senza riuscire a trovarla (ammetto di aver fatto una ricerca veloce, perciò potrei sbagliare e mi auguro che venga da voi qualche smentita).
Vi indico, quindi, l’articolo del quotidiano milanese, firmato da Valentina Santarpia: http://www.corriere.it/politica/12_luglio_29/deputati-assenze-uno-su-cinque_4b20b864-d93d-11e1-baf7-133d6e5f95b5.shtml.
Buona stampa.
Sarò prevenuto, ma che non ne parlino il Giornale e Libero, tanto per non indicare qualche testata indifferente alla notizia, mi sembra che si possa spiegare visti i nomi dei primi nella classifica degli assenteisti. Anche se, bisogna riconoscerlo, il povero Ghedini ha parecchio da fare con quel cliente birichino che si ritrova.
Sempre dal Corriere e sempre per guastarvi la giornata l’editoriale di oggi, firmato da Sergio Rizzo: http://www.corriere.it/editoriali/12_luglio_29/gli-smemorati-del-bel-paese-sergio-rizzo_f27c52be-d945-11e1-baf7-133d6e5f95b5.shtml.
Buona stampa.
Riprende parte degli argomenti del pezzo di ieri, di cui vi avevo parlato senza potervi indicare il link (tra l’altro non è ancora disponibile). Penso che, ammesso siate passati indenni attraverso la lettura dell’articolo di Santarpia (ma non lo credo), quello di Rizzo riuscirà a farvi arrabbiare.
Davvero hanno facce di bronzo…
Ci avviamo verso la conclusione. Dopo avervi irritato, spero di indurvi al sorriso. Vi indico il collegamento alla vignetta odierna di Giannelli, che non farà piacere al nostro Presidente del Consiglio, ma, purtroppo, è tutt’altro che infondata (http://www.corriere.it/foto_del_giorno/giannelli/12_luglio_29/giannelli_e14bdd8a-d944-11e1-baf7-133d6e5f95b5.shtml).
Buona stampa.
E, come spesso accade la domenica, vi propongo un ascolto musicale. Shine è un brano di Joni Mitchell (da molti anni una delle mie artiste preferite), nel quale troverete riferimenti alla politica americana, ai mali del nostro tempo e alla inciviltà (o se preferite all’indifferenza alle regole della civile convivenza) con cui, ovunque nel mondo, ci si deve misurare ogni giorno. Però noi possiamo continuare a far brillare la luce. Questo è il link al testo in lingua inglese, però credo ci sia in rete anche la traduzione italiana: http://www.azlyrics.com/lyrics/jonimitchell/shine.html.