Parlare del tizio decrepito? Vorrei evitarlo. Non ne posso
più di lui, dei suoi nemici, dei suoi fidi lacchè e di tutto il frastuono
attorno alle sue vicende, un rumore che serve soprattutto per nascondere quello
che il tizio decrepito, i suoi nemici e i suoi fidi lacchè producono continuando
a ingozzarsi. Non parlerò del tizio decrepito. Mi limiterò a segnalarvi qualche
commento sulla decadenza da senatore, in maniera del tutto casuale, senza dare
giudizi e senza indicare le mie eventuali preferenze, che, comunque, voi tre
saprete sicuramente individuare.
Il primo commento è quello del Financial Times: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/a029ba7e-5757-11e3-9624-00144feabdc0.html?siteedition=intl#axzz2lw06EtDK.
Il secondo quello di Roberto D’Alimonte dal Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-11-28/il-dopo-cavaliere-e-vie-centrodestra-081011.shtml?uuid=ABW1iLg.
Vi consiglio di leggere anche quello di Stefano Folli, che non è disponibile
gratuitamente: se avete l’abbonamento all’edizione on line, buon per voi,
altrimenti dovrete comperare quella cartacea…
Passiamo poi al commento preventivo di Alessandro Sallusti
sul Giornale di ieri: http://www.ilgiornale.it/news/interni/971201.html.
E poi, dal Foglio, Alessandro Giuli (sul quale mi concedo di
dire che è, quantomeno, arzigogolato): http://www.ilfoglio.it/soloqui/20829.
Passiamo poi a Il Fatto Quotidiano, che si affida a una
tagliente ricostruzione di Mario Portanova: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/28/berlusconi-decaduto-ventanni-di-storia-di-un-fuggiasco-di-successo/792941/.
Fine. I tanti altri articoli, su quotidiani italiani e
stranieri, potete andare a leggerli per vostro conto. Adesso vorrei parlare
d’altro. Parliamo della nostra classe politica e dei costi che essa impone ai
cittadini, argomento non nuovo da queste parti, ma non possiamo cedere alla
stanchezza. Non ho fiducia che si possa cambiare uno stato di cose
intollerabile, però non dubito che la sola strada disponibile sia quella di
insistere nel parlarne, di mantenere viva l’attenzione e la critica, di far
sentire quotidianamente quanto siamo indignati. Alternative rispettose della
legalità non ne vedo, purtroppo… Stampa e sistema giudiziario sono le nostre
sole armi democratiche. E’ importante che avvertano in consenso e il sostegno
degli italiani.
Non c’è un particolare fatto di attualità che m’induce a
tornare sull’argomento. Lo stimolo a parlarne ancora una volta viene dal lavoro
encomiabile di Roberto Perotti sul sito LaVoce.info, che ospita gli articoli in
cui l’economista analizza i conti delle istituzioni pubbliche italiane. Questo
è il link generale, da dove potrete accedere ai vari pezzi: http://www.lavoce.info/category/rubriche/speciale/.
Buona stampa. Leggete tutto. Per chi non avesse tempo, come
già ha fatto Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, trascriverò un paio di frasi
di Perotti che la dicono lunga sul tipo di problema che noi cittadini abbiamo
di fronte e sulle difficoltà che dovremo superare per riuscire a risolverlo: E’ interessante notare che in Lazio il
CORECOCO (il Comitato Regionale per il Controllo Contabile, presieduto dalla
consigliera 5 Stelle Valentina Corrado), da me contattato innumerevoli volte
dall’ inizio di settembre fino a metà novembre, non è stato in grado di
fornirmi i dati sulla spesa per il personale del consiglio regionale, né alcuna
informazione utile su come e dove ottenerli. Tentativi con altri uffici finora
non hanno avuto successo. Semplicemente, la regione Lazio non sa quanto spende
per i dipendenti del Consiglio Regionale, e soprattutto sembra non essersi mai
posta il problema.
Cos’altro potrei aggiungere? Niente, ovviamente. Potrei,
però, suggerire la lettura di un breve articolo di Ernesto Galli della Loggia
pubblicato oggi su Style, mensile del Corriere della Sera. Non è reperibile on
line, ma siccome mi piace, faccio lavorare lo scanner:
Anche del suo pezzo merita evidenziare un passaggio: E’ fatta di questa miseria sociale, ormai,
la classe politica italiana che preme dalle retrovie locali: ma provarne una
profonda pietà sul piano culturale può esimere dalla necessità di ricacciarla
indietro da dove è venuta?
Potrei fermarmi qui, vorrei, ma non posso… Premetto che lo
squallore indecente di questa classe politica è distribuito equamente nei vari
schieramenti, inclusi quelli che si vantano di essere migliori degli altri, tuttavia non
riesco a togliermi dalla testa che gli atteggiamenti e le scelte del tizio
decrepito abbiano dato un contributo fondamentale al deterioramento del livello
di moralità del paese. Ecco, l’ho scritto e mi sono rimangiato l'impegno a non occuparmi di lui… Anche la mia parola non vale granché…
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