Visualizzazione post con etichetta Strauss-Kahn. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Strauss-Kahn. Mostra tutti i post

giovedì 16 agosto 2012

Storie americane


C’è un signore che lavora ad Albany e, credo più frequentemente, anche a New York City. Si chiama Eric Schneiderman e, dal 2010, è il Procuratore Generale dello Stato di New York, ossia l’uomo che rappresenta la pubblica accusa di uno degli stati più importanti degli USA.
Se volete sapere qualcosa di lui, potete andare sul sito dell’istituzione che guida (http://www.ag.ny.gov/) oppure su quello personale (http://www.ericschneiderman.com/).
Non dimenticate che, diversamente da quel che accade da noi, negli Stati Uniti la carica di Attorney General si ottiene per via elettiva, non percorrendo una carriera all’interno dell’ordine giudiziario dopo aver superato un concorso. E questo ha le sue conseguenze. Ne indico due, quelle che giudico più significative.
La prima è che un Attorney General sarà più attento a soddisfare le aspettative dei suoi elettori e, quindi, più propenso ad agire contro quelle tipologie di reato che i suoi elettori giudicano maggiormente pericolose rispetto a un magistrato che ha, come nel nostro paese, l’obbligo di esercitare l’azione penale quando viene a conoscenza di un reato qualsiasi, indipendentemente dalla sua gravità.
Seconda conseguenza è che la notorietà della persona e la pubblicità alle sue azioni saranno, almeno in parte, ancor più importanti di quanto siano da noi. Dalla carica di Attorney General, infatti, si può passare a quella di Governatore o di Senatore o Rappresentante, in altre parole, trattandosi di una carica politica, essa si presta a essere gestita anche con l’obiettivo di gettare le basi per lo sviluppo successivo della propria carriera “pubblica”. La cosa succede, ovviamente, anche da noi, ma in maniera diversa, per certi aspetti anche peggiore, ma con minore frequenza.
Ecco allora che si spiega come mai Erich Schneiderman abbia deciso di occuparsi con tutta la possibile durezza del caso della manipolazione dei tassi, in particolare del Libor, da parte di alcune delle maggiori banche mondiali, in particolare inglesi e americane. La notizia la trovate sul Financial Times: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/33e7e4d6-e713-11e1-8a74-00144feab49a.html#axzz23iL7TaAa.
Buona stampa. Sarei portato ad aggiungere “per definizione”, ma sarei troppo parziale…
Leggete attentamente: Schneiderman sta sfruttando tutte le possibilità che gli offre il diritto per occuparsi del caso e ha coinvolto il suo omologo del Connecticut, lo Stato nel quale, per ragioni di vantaggi normativi e fiscali, hanno sede le maggiori imprese americane e numerose filiali di imprese estere, banche incluse. Mi va bene. Ho già detto altrove che questa vicenda del Libor non può restare senza conseguenze per le banche, sia sotto il profilo della sanzione delle eventuali responsabilità sia, soprattutto, sotto il profilo della definizione di norme che riducano al minimo il rischio che si ripetano comportamenti simili.
Mi auguro, però, che Schneiderman si muova meglio del suo quasi collega District Attorney della contea di New York (http://manhattanda.org/), Cyrus Roberts Vance Jr., quello che si è occupato, piuttosto maldestramente, del caso della presunta violenza sessuale da parte di Dominique Strauss-Kahn sulla cameriera del Sofitel. Sì, quel Vance non è un nome nuovo, il padre di Cyrus Roberts Vance Jr., infatti, si chiamava Cyrus Roberts Vance Sr. ed ha avuto importantissimi incarichi governativi durante le presidenze di Kennedy, Johnson e Carter. L’Italia, credo di averlo già detto, è il “Paese dei cognomi”, anche gli Stati Uniti, però, si difendono alla grande.

martedì 15 maggio 2012

Un milione di dollari


Vista l’aria che tira, meglio iniziare con un pezzettino divertente: Dominique Strauss-Kahn ha fatto causa per danni alla cameriera dell’albergo di New York che lo aveva denunciato per violenza, denuncia poi ritrattata. La notizia la potete leggere sul sito di Repubblica (http://www.repubblica.it/esteri/2012/05/15/news/dsk_diallo-35188199/?ref=HREC1-11).
Buona stampa.
Non metto in discussione la legittimità della scelta dell’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, mi chiedo solo come pensa di poter ottenere un milione di dollari da un’immigrata africana che faceva le pulizie al Sofitel di Manhattan. E a cosa gli serviranno, sempre che riesca a farseli dare tutti questi dollari? Strauss-Kahn ha occupato per diversi anni una posizione ben retribuita e di grande prestigio, mi sembra improbabile che gli serva il milione di dollari della Diallo. E mi pare assai improbabile che lo possa mai riscuotere. Ripeto, più che lecito far causa, ragionevole, francamente, non direi, anche perché Strauss-Kahn ha dimostrato di preoccuparsi assai poco della sua reputazione, come provano le sue vicende processuali in Francia.
Veniamo a un argomento assai meno divertente, anzi, molto preoccupante: l’incapacità dei partiti greci di trovare un accordo per formare un nuovo governo. Ne parlano tutti i quotidiani e ci sono commenti d’innumerevoli opinionisti, perciò non ho molto da aggiungere, se non ribadire il mio sconcerto di fronte all’incapacità della classe politica, in quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, di avere una visione di lungo termine e di non basarsi su considerazioni di puro vantaggio elettorale a breve termine.
Anche a non voler considerare le conseguenze per i paesi (tra i quali anche l’Italia) maggiormente esposti al rischio di contagio (che di fatto si è già ben diffuso e che si fa sentire), l’incapacità dei partiti greci di trovare un accordo mi sembra un azzardo pericolosissimo, presumibilmente dettato dalla speranza di poter seguire un percorso diverso da quello prescritto da Ue, BCE e FMI o di rinegoziare le condizioni dell’accordo sottoscritto qualche mese fa. Peccato che, se realmente proveranno a tirare la corda, difficilmente otterranno qualcosa e se, come molti danno per scontato, usciranno dall’eurozona, per la Grecia le prospettive saranno ben peggiori di quelle attuali, già indubbiamente gravissime. Lo spiega un articolo del Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-05-15/grecia-lascia-euro-costi-110520.shtml).
Buona stampa.